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Referendum su cittadinanza, lavoro e ballottaggi: affluenza deludente, nessun quorum

referendum affluenza

Chiusi i seggi per il Referendum su lavoro, cittadinanza e ballottaggi: affluenza molto bassa, lontano il quorum del 50%+1 necessario alla validità.

Alle 15 di lunedì 9 giugno 2025 si sono concluse le votazioni per i cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza. La soglia del 50% più uno degli aventi diritto, necessaria per rendere valide le consultazioni, è rimasta lontana dai dati effettivi registrati nelle urne durante i due giorni di voto. Nella giornata precedente, l’affluenza si era attestata al 22,73%, un numero decisamente insufficiente rispetto al quorum richiesto.

Referendum su cittadinanza, lavoro e ballottaggi: seggi aperti fino alle 15, affluenza e aggiornamenti

Oggi, 9 giugno, i seggi riaprono alle 7 e sarà possibile votare fino alle 15. Tuttavia, raggiungere il quorum del 50% più uno degli elettori appare ormai un’impresa ardua, se non impossibile. Un risultato che rappresenta una vittoria per il governo di Giorgia Meloni, la quale ha più volte esortato a non partecipare al voto. Come previsto, la premier si è recata al seggio senza ritirare le schede, una scelta che la equipara di fatto a chi non si è recato alle urne, non contribuendo quindi al raggiungimento del quorum.

La partecipazione al voto a livello nazionale raggiunge il 22,73%, con oltre 11 milioni e 700 mila elettori che si sono recati alle urne per votare i referendum. Questo dato riflette un coinvolgimento ancora limitato, considerando l’ampiezza dell’elettorato complessivo.

I dati disponibili delle 23, di tutti i 5 quesiti, mostrano le seguenti percentuali:

  • Quesito 1 – reintegro licenziamenti illegittimi: 22,73%
  • Quesito 2 – licenziamenti e limiti di indennità: 22,73%
  • Quesito 3 – tutela contratti a termine: 22,73%
  • Quesito 4 – responsabilità infortuni sul lavoro: 22,74%
  • Quesito 5 – cittadinanza: 22,73%

La Toscana guida la classifica delle regioni con la maggiore partecipazione al voto, con un’affluenza del 29,99%, seguita dall’Emilia-Romagna con il 28,85% e dal Piemonte con il 27,13%. Al contrario, le regioni con la più bassa presenza alle urne sono il Trentino-Alto Adige (16,13%), la Calabria (16,23%) e la Sicilia (16,32%).

Anche per i 13 comuni coinvolti nel secondo turno delle elezioni amministrative si registra un calo nella partecipazione. La partecipazione complessiva al voto per le amministrative, considerando i dati rilevati fino alle 23, si attesta al 37,36%, in calo rispetto al 48,51% registrato al primo turno.

Referendum su cittadinanza, lavoro e ballottaggi: affluenza al 30%, fallisce il quorum

Su un totale di 61.591 sezioni scrutinate, pari a 61.591 votanti, l’affluenza ai referendum si attesta al 30,58%. Al momento, nessuno dei quesiti referendari ha raggiunto il quorum del 50% + 1 richiesto per la validità del voto. La scarsa partecipazione conferma un disinteresse diffuso e una mancata mobilitazione sull’importanza dei quesiti proposti.

Di seguito, le percentuali di tutti i quesiti:

  • Quesito 1 – reintegro licenziamenti illegittimi: 30,58%
  • Quesito 2 – licenziamenti e limiti di indennità: 30,58%
  • Quesito 3 – tutela contratti a termine: 30,58%
  • Quesito 4 – responsabilità infortuni sul lavoro: 30,59%
  • Quesito 5 – cittadinanza: 30,59%

La Toscana e l’Emilia-Romagna si confermano le regioni con la partecipazione più alta ai referendum, registrando rispettivamente un’affluenza del 39% e del 38%, ben al di sopra della media nazionale. All’estremo opposto, Trentino-Alto Adige, Calabria e Sicilia si attestano poco sopra il 20%, evidenziando una scarsa mobilitazione degli elettori in queste aree.

Referendum, quorum superato solo in piccoli comuni

Nel piccolo comune di Paciano, in provincia di Perugia, è stato superato il quorum di partecipazione per i referendum. Secondo i dati pubblicati sul portale Eligendo, al solo seggio presente si è recato il 51,38% degli aventi diritto, una percentuale identica per tutti i quesiti. Tuttavia, questo risultato non inciderà sull’esito complessivo della consultazione, che sarà determinato esclusivamente dal dato nazionale.

Sono almeno quattro i comuni della provincia di Torino in cui l’affluenza ai referendum ha superato la soglia del 50%. Si tratta, in tutti i casi, di piccoli centri montani. Il primato spetta a Massello, un paese di appena 58 abitanti situato nella Valle Germanasca, dove ha votato il 62% degli aventi diritto. Secondo i primi dati disponibili, tra le altre località con una partecipazione superiore alla media figurano anche Pramollo, Rorà e Vidracco.

A Nuoro l’affluenza ai referendum è stata spinta soprattutto dalla concomitanza con le elezioni comunali, in particolare dal primo turno: nella città d’origine della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, è stata infatti superata la soglia del quorum, con una partecipazione pari al 59,19%.

In Lombardia, solo due comuni su 1.502 hanno superato il quorum: Cernusco sul Naviglio (MI), dove si votava anche per il sindaco, ha raggiunto il 50,7%, e Villa Biscossi (PV), piccolo centro della Lomellina, il 54,2%. A Saronno (VA), invece, l’affluenza si è fermata al 45,46%. A livello regionale, ha votato il 30,7% degli elettori. Milano è il capoluogo con la partecipazione più alta (36,8%) e la sua provincia l’unica a superare il 35%. Fanalino di coda Sondrio (21%), con affluenze bassissime in diversi comuni valtellinesi, tra cui Aprica (12%) e Bormio (18,7%).

Referendum su cittadinanza e lavoro: i politici commentano il risultato

Con i dati sull’affluenza, iniziano ad arrivare le reazioni dal mondo politico. Diversi esponenti di partito hanno espresso preoccupazione e delusione per la scarsa partecipazione alle urne, evidenziando come il mancato raggiungimento del quorum rappresenti un segnale di disaffezione crescente verso gli strumenti di democrazia diretta.

Ha vinto l’astensionismo organizzato che si è fatto forte dell’astensionismo spontaneo e della mancanza di informazione ma non ci sentiamo sconfitti perché abbiamo rimesso al centro della discussione pubblica un tema che non c’era più: quello della riforma della legge sulla cittadinanza”, ha dichiarato il segretario di +Europa Riccardo Magi in una conferenza stampa al comitato per il quesito sulla cittadinanza.

Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, intervenendo al Tg1, ha espresso rispetto per i cittadini che si sono recati alle urne, definendolo un atto di partecipazione democratica. Ha poi commentato l’esito del voto come una sconfitta per la sinistra e le forze di opposizione, che – a suo avviso – hanno tentato di mettere in difficoltà il governo sfruttando lo strumento referendario. Secondo Tajani, l’operazione non ha avuto successo, il governo ne è uscito rafforzato mentre l’opposizione risulta indebolita.

Forse bisogna cambiare la legge sui referendum, servono probabilmente più firme, anche perché abbiamo speso tantissimi soldi per esempio per portare centinaia di migliaia, milioni di schede per gli italiani all’estero che sono tornate bianche”, ha aggiunto il vicepremier.

Commentando a caldo con l’ANSA l’esito del referendum, il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso rispetto per chi ha partecipato al voto, ma ha sottolineato quella che considera una pesante sconfitta per la sinistra, accusata di non avere più né idee né credibilità:

“In due anni e mezzo al governo del Paese abbiamo ottenuto il record di italiani al lavoro, disoccupazione ai minimi, crescita dei posti fissi e calo del precariato: alla sinistra lasciamo le chiacchiere, Lega e governo rispondono coi fatti, e gli italiani col voto, e il non voto, lo hanno capito benissimo”.

Matteo Salvini ha aggiunto anche la proposta sulla cittadinanza rapida come un’iniziativa errata, respinta dagli elettori secondo quanto emerso dai risultati. A suo giudizio, ciò che serve realmente sono maggiori controlli e un approccio più pragmatico. Riguardo al tema dell’immigrazione irregolare, ha ribadito la necessità di proseguire nella riduzione degli sbarchi e nell’aumento delle espulsioni. Salvini ha infine dichiarato: “Gli italiani hanno scelto, evviva la Democrazia”.

“Il referendum non ha raggiunto il quorum, come facilmente prevedibile. I quesiti sul lavoro erano ideologici e rivolti al passato. Spero che sia chiaro che per costruire un centrosinistra vincente bisogna parlare di futuro, non di passato”. Lo scrive sui social il leader di Iv Matteo Renzi.

Alla luce dei dati sull’affluenza, Ignazio La Russa ha affermato che sarebbe fin troppo semplice criticare ora esponenti come Schlein, Bonelli e altri, i quali – secondo lui – avrebbero strumentalizzato le sue dichiarazioni per motivare la partecipazione al voto non tanto in funzione dei contenuti referendari, quanto per contrapposizione personale.

La loro volgare campagna di disistima o peggio di odio nei miei confronti ha avuto un effetto: ho votato per un solo quesito. Senza le loro parole, forse avrei votato NO a tutti e cinque. Insomma, Schlein, Bonelli e i vari opinionisti schierati hanno fatto perdere non guadagnare punti all’affluenza. E forse non solo i miei perché ho testimonianza di tanti che schifati dal loro “Dalli a La Russa” o peggio “Dalli alla Meloni” hanno deciso di rinunciare ad andare a votare. Contenti loro“.
Il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, ha commentato su Facebook che, a suo avviso, i promotori dei referendum avrebbero provato ogni strategia possibile, arrivando persino a strumentalizzare le tragiche vicende di Gaza pur di ottenere un esito favorevole:
“Ma gli italiani non si sono fatti ingannare: più dei due terzi hanno disertato le urne”.
L’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, ha commentato su X il fallimento del referendum, sostenendo che, a suo avviso, l’identità italiana è stata nuovamente tutelata da chi la considera un valore autentico, e non semplicemente uno strumento elettorale. Secondo Vannacci, il messaggio degli italiani è stato chiaro e deciso: la cittadinanza non deve essere concessa con leggerezza:
“Con buona pace dei salotti di sinistra, dei guardiani della morale e degli amanti della società fluida”, ha aggiunto.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa, tenuta dopo la chiusura dei seggi presso la sede del Comitato promotore per i referendum sul lavoro:

Il nostro l’obiettivo era raggiungere il quorum, è chiaro che non lo abbiamo raggiunto. Oggi non è una giornata di vittoria. Contemporaneamente gli ultimi dati ci dicono che sono oltre 14 milioni le persone che hanno votato nel nostro paese cui si aggiungeranno gli italiani all’estero: un numero importante, un numero di partenza. I problemi che abbiamo posto con i referendum rimangono sul tavolo”.

Affluenza e risultati ballottaggi amministrative

Per quanto riguarda l’affluenza ai ballottaggi, su 544 sezioni di 544, si ferma al 51,07%.

A Matera, dove si è svolto anche il secondo turno delle elezioni comunali tra Roberto Cifarelli (centrosinistra) e Antonio Nicoletti (centrodestra), è stata superata la soglia di partecipazione necessaria per la validità del referendum. Nella città dei Sassi, l’affluenza complessiva ha raggiunto il 53,3%.

Ecco i dati ufficiali e finali sull’affluenza dei ballottaggi:

  • Italia (544 sezioni su 544)

    • Ore 12: 11,88%

    • Ore 19: 24,59%

    • Ore 23: 37,33%

    • Fine votazioni: 51,07%

    • Affluenza primo turno: 58,97%

  • Bisegna (AQ) (2 sezioni su 2)

    • Ore 12: 17,61%

    • Ore 19: 37,78%

    • Ore 23: 43,47%

    • Chiusura: 50,57%

    • Primo turno: 48,58%

  • Cernusco sul Naviglio (MI) (30 sezioni su 30)

    • Ore 12: 15,43%

    • Ore 19: 35,58%

    • Ore 23: 47,89%

    • Fine votazioni: 58,79%

    • Primo turno: 59,25%

  • Fiano Romano (RM) (9 sezioni su 9)

    • Ore 12: 13,58%

    • Ore 19: 28,23%

    • Ore 23: 41,98%

    • Chiusura: 57,98%

    • Primo turno: 58,59%

  • Lamezia Terme (CZ) (78 sezioni su 78)

    • Ore 12: 9,82%

    • Ore 19: 20,28%

    • Ore 23: 31,67%

    • Fine giornata: 45,12%

    • Primo turno: 59,39%

  • Massafra (TA) (26 sezioni su 26)

    • Ore 12: 12,38%

    • Ore 19: 25,39%

    • Ore 23: 41,92%

    • Chiusura: 57,81%

    • Primo turno: 70,18%

  • Matera (MT) (62 sezioni su 62)

    • Ore 12: 11,76%

    • Ore 19: 24,66%

    • Ore 23: 41,16%

    • Fine votazioni: 56,90%

    • Primo turno: 65,20%

  • Orta Nova (FG) (16 sezioni su 16)

    • Ore 12: 12,18%

    • Ore 19: 22,33%

    • Ore 23: 39,43%

    • Chiusura: 57,17%

    • Affluenza primo turno: 66,24%

  • Ortona (CH) (27 sezioni su 27)

    • Ore 12: 11,67%

    • Ore 19: 25,91%

    • Ore 23: 37,60%

    • A seggi chiusi: 53,16%

    • Primo turno: 60,86%

  • Sant’Elpidio a Mare (FM) (15 sezioni su 15)

    • Ore 12: 11,99%

    • Ore 19: 26,75%

    • Ore 23: 39,06%

    • Chiusura: 52,07%

    • Primo turno: 55,05%

  • Saronno (VA) (38 sezioni su 38)

    • Ore 12: 14,05%

    • Ore 19: 32,74%

    • Ore 23: 42,63%

    • Fine giornata: 53,00%

    • Primo turno: 50,04%

  • Taranto (TA) (191 sezioni su 191)

    • Ore 12: 11,42%

    • Ore 19: 22,18%

    • Ore 23: 33,74%

    • Chiusura seggi: 47,08%

    • Affluenza primo turno: 56,55%

  • Triggiano (BA) (30 sezioni su 30)

    • Ore 12: 12,74%

    • Ore 19: 23,57%

    • Ore 23: 36,59%

    • A urne chiuse: 50,24%

    • Primo turno: 57,19%

  • Volla (NA) (20 sezioni su 20)

    • Ore 12: 10,81%

    • Ore 19: 24,86%

    • Ore 23: 39,48%

    • Fine operazioni: 53,24%

    • Primo turno: 58,53%

In Sardegna, con 57 sezioni scrutinate su 57, l’affluenza ha mostrato un progressivo aumento nel corso della consultazione referendaria, partendo dal 18,38% nella prima rilevazione, salendo al 32,08% e successivamente al 43,89%, fino a raggiungere il 61,90% nei dati più aggiornati.