Ancora una volta, la passione per una squadra ha lasciato spazio a gesti di cieca violenza, capaci di distruggere in pochi istanti il senso stesso dello sport. L’assalto al pullman dei tifosi del Pistoia Basket 2000, avvenuto lungo la superstrada Rieti-Terni, rappresenta l’ennesima dimostrazione di come il tifo esasperato possa degenerare in tragedia, cancellando ogni valore di rispetto e sana competizione.
Tragedia sulla Rieti-Terni: muore l’autista del pullman dei tifosi del Pistoia Basket
Il pullman che trasportava i tifosi del Pistoia Basket 2000, squadra militante nel campionato di Serie A2, era da poco ripartito dalla città reatina dopo la vittoria contro la Sebastiani Rieti, quando, all’altezza dello svincolo di Contigliano, è stato improvvisamente colpito da sassi.
Secondo le prime ricostruzioni, due pietre hanno centrato la parte anteriore del mezzo: una ha solo incrinato il parabrezza, mentre l’altra lo ha sfondato completamente, raggiungendo in pieno il secondo autista, Raffaele Marianella, 65 anni, originario di Roma ma residente a Firenze.
Nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorritori e i lunghi tentativi di rianimazione durati oltre un’ora, per l’uomo non c’è stato nulla da fare. “Siamo sconvolti e increduli per quanto accaduto”, hanno dichiarato i responsabili dell’azienda, sottolineando che mai, in anni di servizio, si erano verificati episodi simili.
L’autista è morto adagiato sull’asfalto della statale, circondato dai sanitari e dai tifosi biancorossi, tutti sotto choc per la violenza improvvisa dell’agguato.
Muore l’autista del pullman dei tifosi del Pistoia Basket: sgomento e condanna unanime
Il mondo dello sport e le istituzioni hanno espresso sgomento e rabbia per l’accaduto. La società Pistoia Basket 2000 ha diffuso una nota ufficiale parlando di “profondo dolore per la morte di uno dei due autisti in servizio sul pullman dei tifosi biancorossi” e di “sconcerto per la dinamica che ha provocato la tragedia”. Il presidente Joseph David e tutto il club si sono stretti attorno alla famiglia Marianella, definendo l’episodio “un colpo al cuore per l’intera comunità sportiva”.
Anche la Sebastiani Rieti ha condannato con forza quanto accaduto, parlando di “un fatto gravissimo e totalmente estraneo ai valori che lo sport rappresenta”. “Abbiamo piena fiducia negli inquirenti – si legge nel comunicato – e confidiamo che venga fatta giustizia per questa tragedia inaccettabile”.
Il sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, ha definito l’agguato “un atto criminale scioccante”, aggiungendo che “l’intera comunità reatina condanna con sdegno questo gesto spregevole che nulla ha a che fare con la nostra città né con lo sport”. Parole di dolore anche dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi, che ha dichiarato: “Lo sport è vita, e questi criminali sono lontani anni luce dai valori sportivi”.
A queste voci si è unito anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha parlato di “un gesto gravissimo e inaccettabile che colpisce tutta la comunità sportiva”, auspicando che “le forze dell’ordine facciano piena luce sull’accaduto”.
Intanto, la polizia avrebbe già identificato un gruppo di sospettati legati alla tifoseria locale, mentre il mondo del basket, ancora incredulo, si interroga su come sia possibile morire mentre si torna a casa dopo una partita di basket.