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Roberto Vannacci Riscrive la Storia del Fascismo: Reazioni e Controversie

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La recente dichiarazione di Vannacci sul fascismo riapre un acceso dibattito storico e politico in Italia, suscitando reazioni e riflessioni su un periodo cruciale della nostra storia.

Il recente post su Facebook di Roberto Vannacci, eurodeputato e vice segretario della Lega, ha suscitato un acceso dibattito politico in Italia. La sua interpretazione del periodo fascista, definita come una riscrittura storica, ha sollevato forti critiche da parte di esponenti del Partito Democratico (Pd) e dell’Alleanza Verde e Sinistra (Avs), i quali hanno denunciato un tentativo di revisionismo storico.

Affermazioni di Vannacci

Nella sua lunga dissertazione, Vannacci sostiene che il fascismo non debba essere considerato esclusivamente come una dittatura, ma come un fenomeno complesso che ha presentato momenti di legalità. Egli inizia il suo racconto con l’elezione di Benito Mussolini al Parlamento il 15 maggio 1921, evidenziando come fosse il terzo deputato più votato in Italia. Secondo Vannacci, la Marcia su Roma non sarebbe stata un colpo di Stato, ma ‘poco più di una manifestazione di piazza’, come dichiarato dallo storico Francesco Perfetti.

Il contesto storico

Vannacci sostiene che il Regio Esercito avrebbe potuto interrompere la marcia, ma Vittorio Emanuele III scelse di non firmare lo stato d’assedio. Il Re invitò Mussolini a formare un governo di coalizione. Secondo Vannacci, questo governo comprendeva membri di partiti liberali, popolari e nazionalisti, il che evidenzierebbe un certo grado di legittimità nelle sue origini. Inoltre, il politico della Lega cita le leggi approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, come la riforma elettorale del 1923 e le leggi razziali del 1938, per dimostrare che il fascismo operava all’interno di un quadro legale.

Le reazioni delle opposizioni

Le affermazioni di Vannacci hanno suscitato forti reazioni. I rappresentanti del Partito Democratico<\/strong> e di Alleanza Verdi e Sinistra<\/strong> hanno accusato il politico di minimizzare<\/strong> la gravità del regime fascista. Francesco Verducci<\/strong>, senatore del Pd, ha definito imbarazzante il silenzio del leader della Lega, Matteo Salvini<\/strong>, sottolineando la necessità di un intervento diretto per disconoscere le posizioni di Vannacci. Secondo Verducci, la Lega dovrebbe esprimere un chiaro rifiuto nei confronti del fascismo e della sua retorica.

Il parere degli esperti

Critici e storici hanno evidenziato che il fascismo è stato un regime che ha represso la democrazia, limitato la libertà di stampa, sciolto partiti politici e perseguitato oppositori. Tra questi, Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd, ha affermato che il tentativo di riscrivere la storia da parte di Vannacci è arbitrario e disonesto, ricordando che il regime fascista è stato caratterizzato da violenza e terrore di Stato.

Il sostegno di Caio Mussolini

In questo contesto, il pronipote di Mussolini, Caio Mussolini, ha espresso un certo sostegno per le affermazioni di Vannacci. Ha definito corretta la visione proposta, sottolineando che la violenza post Prima Guerra Mondiale ha avuto origine a sinistra e che il fascismo è stato una risposta a tali violenze. Ha anche affermato che durante il fascismo ci sono stati progressi sociali, come l’emancipazione femminile.

Riflessioni sulla necessità di un’analisi storica

Le affermazioni di Vannacci sollevano interrogativi sulla necessità di una riflessione critica e approfondita riguardo a un periodo complesso della storia italiana. La storia non si riscrive con post sui social media; essa richiede un’analisi attenta, basata su fatti concreti e testimonianze, per onorare le vittime di un regime che ha segnato profondamente il nostro passato.