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Scuola, Valditara annuncia 54mila assunzioni: priorità al sostegno e ai precari

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Il piano scuola di assunzioni firmato da Valditara punta a stabilità e continuità per docenti e studenti, con numeri importanti e attenzione particolare al sostegno.

Il ministro Giuseppe Valditara l’ha detto chiaramente, senza troppi giri di parole: da settembre 2025, oltre 54mila nuovi docenti entreranno in ruolo. Non è solo una questione di numeri.

Valditara spinge sulla stabilità: il nuovo piano di assunzioni cambia volto alla scuola

È una questione di stabilità, di dare un volto fisso alla didattica, di non vedere più ogni anno facce nuove in classe.

“Numeri record”, li ha chiamati lui. E se ne assume tutto il peso. Dietro a queste cifre, però, ci sono storie: quella del docente precario che aspetta da anni, del ragazzo con disabilità che finalmente avrà lo stesso insegnante tutto l’anno, della scuola che prova a diventare una certezza.

Valditara insiste sulla continuità didattica. Parola ripetuta come un mantra. Ma non è solo un annuncio da convegno: i numeri parlano chiaro. Sono 48.504 posti per l’insegnamento comune e il sostegno, più 6.022 per religione cattolica — una svolta attesa da vent’anni. Quel concorso mancava dal 2004. E adesso, finalmente, si muove qualcosa. Non tutti però applaudiranno: c’è chi teme esclusioni, chi parla di sanatorie travestite. Eppure, almeno stavolta, l’impressione è che qualcosa accada davvero. Il piano scuola di assunzioni voluto da Valditara vuole proprio garantire stabilità e attenzione a queste necessità.

Il piano assunzioni di Valditara: specializzati al sostegno e continuità nelle classi

Un dato spicca più degli altri: 13.860 possibili assunzioni per il sostegno. Un segnale forte, dicono dal ministero. Perché dietro quei numeri ci sono studenti fragili che chiedono continuità e insegnanti specializzati in cerca di riconoscimento. Le priorità sono chiare: graduatorie provinciali, prima fascia, poi eventualmente si guarda altrove. Anche fuori provincia, se serve. L’obiettivo? Coprire ogni angolo, dal nord al sud, senza lasciare buchi.

La macchina si è messa in moto. Saranno gli Uffici scolastici regionali a distribuire i contingenti, incrociando graduatorie, vincitori di concorsi passati e futuri. Non solo quelli storici: anche i bandi Pnrr. Il piano è ambizioso. Forse troppo. Ma se funzionasse davvero, se quei 54mila e rotti posti si trasformassero in volti stabili e classi più serene, allora sì. Sarebbe una piccola rivoluzione. Con tutti i suoi limiti, ma pur sempre una rivoluzione.