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Recentemente, l’Unione Europea ha avviato un’importante riforma delle normative relative alla sostenibilità e alla due diligence. Questo cambiamento mira a facilitare il compito delle aziende, riducendo la burocrazia e i costi associati, e si inserisce in un contesto più ampio di semplificazione delle procedure amministrative.
Accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio
Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno trovato un accordo sul pacchetto noto come ‘Omnibus I’.
Questo pacchetto introduce misure che promettono di alleggerire le aziende da oneri burocratici, permettendo loro di concentrarsi maggiormente su crescita e innovazione. Secondo la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si stima che il risparmio per le imprese possa raggiungere fino a 4,5 miliardi di euro all’anno.
Contenuti delle nuove normative
Le modifiche apportate alle norme di rendicontazione sulla sostenibilità e alla due diligence comportano un’ampia revisione delle regole esistenti. Ad esempio, circa l’85% delle imprese che attualmente rientrano nell’obbligo di reporting sulla sostenibilità sarà esentata da tali requisiti. Questo ridimensionamento delle normative rappresenta un passo significativo verso una maggiore efficienza.
Il relatore del Parlamento, Jörgen Warborn, ha definito questo accordo come un compromesso efficace, mirato a garantire una riduzione storica dei costi per le aziende, senza compromettere le esigenze di sostenibilità richieste dai cittadini europei.
Normative sulla rendicontazione di sostenibilità
La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) stabilisce le regole per la rendicontazione delle informazioni ambientali, sociali e di governance (ESG). Le nuove direttive si applicheranno solo a quelle aziende con più di mille dipendenti e con un fatturato netto annuale di almeno 450 milioni di euro. Le piccole e medie imprese (PMI) quotate e le holding finanziarie ne saranno escluse, permettendo una maggiore flessibilità per le realtà più piccole.
Un portale digitale unico per le aziende
Per facilitare il rispetto delle nuove norme, la Commissione Europea prevede l’implementazione di un portale digitale unico che fornirà modelli e linee guida sia a livello europeo che nazionale. Questa iniziativa mira a standardizzare la presentazione delle informazioni, rendendo più semplice per le aziende la compilazione delle relazioni richieste.
Modifiche alla due diligence
La CS3D, nota anche come CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), introduce un nuovo approccio alla due diligence, limitando i suoi requisiti alle aziende con più di cinquemila dipendenti e un fatturato di almeno 1,5 miliardi di euro. Questa misura è stata pensata per focalizzarsi su un approccio basato sui rischi reali, anziché su una mappatura totale e complessa delle catene di approvvigionamento.
Le aziende saranno tenute a identificare e mitigare i rischi ambientali e sociali nelle loro operazioni, ma con un’attenzione maggiore alle aree dove gli impatti negativi sono più probabili. Inoltre, dovranno utilizzare informazioni che siano ragionevolmente disponibili, riducendo così il carico di richieste sui fornitori più piccoli.
Critiche e osservazioni
Nonostante i progressi, ci sono state anche critiche. Alcuni gruppi ambientalisti hanno espresso preoccupazione per l’eliminazione dell’obbligo di creare un piano di transizione climatica, ritenendo che questa scelta possa compromettere gli obiettivi dell’Unione Europea in materia di sostenibilità e responsabilità ambientale.
Le nuove normative europee rappresentano un passo significativo verso la semplificazione della rendicontazione di sostenibilità e della due diligence, proponendo un equilibrio tra la necessità di ridurre i costi per le imprese e il mantenimento degli standard di responsabilità sociale e ambientale.