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Un’operazione impressionante ha portato al sequestro di venticinque unità immobiliari in provincia di Ascoli Piceno, il cui valore supera i quattro milioni di euro. Tra questi, ci sono un albergo, numerosi appartamenti e diversi terreni, tutti sotto il controllo della Guardia di Finanza. Questo blitz è stato effettuato per colpire il patrimonio accumulato illecitamente da due fratelli legati a un clan mafioso.
Un patrimonio illecito di origine mafiosa
I due destinatari del sequestro non sono nuovi al mondo del crimine. Uno di loro è stato condannato per associazione di stampo mafioso e entrambi hanno pregiudizi penali per reati contro il patrimonio e la persona. Questi individui, ritenuti a capo di un clan di camorra, avevano operato tra la provincia di Caserta e Napoli. Estorsioni, ricettazione, possesso di armi e stupefacenti sono solo alcune delle attività illecite di cui si sono resi responsabili negli anni.
Negli anni ’90, dopo aver sofferto una sconfitta in una faida contro un clan rivale, i due fratelli si sono trasferiti nelle Marche. Qui hanno iniziato a investire in immobili, utilizzando, secondo le indagini, i proventi delle loro attività criminali. La Guardia di Finanza ha ricostruito dettagliatamente il loro patrimonio, evidenziando una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati nel settore immobiliare.
Indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona e dalla Compagnia di San Benedetto del Tronto, sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Ancona. Questo lavoro meticoloso ha portato alla luce la pericolosità sociale dei destinatari del sequestro, spingendo le autorità a intervenire con decisione. La ricostruzione dei loro beni ha evidenziato come questi siano, di fatto, il frutto delle loro precedenti attività illecite.
Un colpo significativo alla criminalità organizzata
Questo sequestro rappresenta un colpo significativo per la criminalità organizzata nelle Marche. La confisca dei beni non è solo una questione di giustizia, ma un messaggio chiaro: le forze dell’ordine non si fermano davanti a nulla per combattere la mafia. E in un contesto dove la criminalità cerca di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale, ogni operazione di questo tipo diventa cruciale. Gli sviluppi futuri potrebbero rivelare ulteriori dettagli su come i clan mafiosi continuino a operare e a riciclare i loro profitti.