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In un’importante manovra, Microsoft ha annunciato la sospensione di alcuni servizi forniti all’esercito israeliano. Questa decisione è stata presa a seguito di gravi accuse che suggeriscono un uso improprio delle capacità di cloud computing di Microsoft per la sorveglianza di massa della popolazione palestinese. Il presidente dell’azienda, Brad Smith, ha confermato questa azione in un post sul blog, sottolineando l’impegno dell’azienda per pratiche etiche.
La controversia è emersa dopo un’indagine congiunta condotta da The Guardian, +972 Magazine e il media in lingua ebraica Local Call il 6 agosto. Il rapporto ha dettagliato come l’elite dell’Unità 8200 dell’esercito israeliano abbia presumibilmente impiegato la piattaforma Azure di Microsoft per raccogliere e archiviare dati da telefonate effettuate da milioni di palestinesi, sollevando gravi questioni etiche e legali.
Implicazioni dell’indagine
L’Unità 8200 è riconosciuta come l’unità di guerra cibernetica di punta di Israele, principalmente incaricata di operazioni di intelligence e sorveglianza. L’indagine ha rivelato che, dopo un incontro significativo nel 2021 tra Satya Nadella, CEO di Microsoft, e il capo dell’Unità 8200, Yossi Sariel, è iniziato uno sforzo collaborativo per trasferire ingenti quantità di dati sensibili di intelligence sulla piattaforma Azure di Microsoft. Questa partnership ha iniziato le operazioni nel 2022, consentendo all’esercito di sfruttare le ampie capacità di archiviazione e analisi di Azure per scrutinare le comunicazioni di milioni.
Uso della tecnologia nelle operazioni militari
Fonti interne dell’Unità 8200 hanno rivelato che il sistema Azure è stato strumentale nella guida di attacchi aerei e nel facilitare operazioni militari nei territori palestinesi occupati. I rapporti indicavano che una parte significativa dei dati riguardanti i palestinesi era archiviata sui server Azure di Microsoft ubicati nei Paesi Bassi e in Irlanda, sollevando preoccupazioni internazionali riguardo alla privacy e alla protezione dei dati.
In risposta a queste rivelazioni, Smith ha delineato due principi fondamentali che hanno guidato la revisione della situazione da parte di Microsoft. Innanzitutto, ha affermato che l’azienda non fornisce tecnologia per abilitare la sorveglianza di massa dei civili, una posizione mantenuta a livello globale per oltre due decenni. In secondo luogo, ha sottolineato l’impegno di Microsoft nel tutelare i diritti alla privacy dei propri clienti, evidenziando l’importanza di considerazioni etiche nell’implementazione della tecnologia.
Modifiche ai servizi militari
Sebbene Smith non abbia specificato quali unità dell’esercito israeliano sarebbero state interessate, ha confermato che alcune sottoscrizioni del Ministero della Difesa israeliano, in particolare riguardanti l’archiviazione nel cloud e le tecnologie di intelligenza artificiale, erano state annullate. Questa decisione è in linea con la politica di lunga data di Microsoft contro la facilitazione di qualsiasi forma di sorveglianza di massa.
Sviluppi recenti e reazioni
Rapporti di febbraio hanno rivelato un aumento nell’uso dei prodotti Microsoft da parte dell’esercito israeliano dopo gli attacchi condotti da Hamas il 7 ottobre e l’escalation successiva del conflitto a Gaza. È stato riportato che l’esercito stava utilizzando enormi quantità di archiviazione cloud insieme a servizi avanzati di traduzione linguistica basati su intelligenza artificiale per migliorare le proprie capacità di sorveglianza.
Microsoft aveva precedentemente riconosciuto di aver fornito soluzioni avanzate di intelligenza artificiale e cloud computing all’esercito israeliano durante il conflitto a Gaza, affermando che questi servizi erano mirati a localizzare e salvare ostaggi israeliani. Tuttavia, dopo una revisione interna, l’azienda non ha trovato prove che i suoi servizi fossero utilizzati per colpire direttamente individui in pericolo.
Dopo il rapporto investigativo, Microsoft ha avviato una ulteriore revisione condotta da uno studio legale esterno per valutare l’uso dei suoi prodotti da parte dell’esercito. Sebbene questa revisione sia ancora in corso, i risultati preliminari hanno indicato violazioni dei termini di servizio dell’azienda.
Hossam Nasr, un ex dipendente di Microsoft tra i diversi membri dello staff licenziati o arrestati per aver protestato contro le azioni dell’azienda a Gaza, ha descritto la recente decisione come una vittoria senza precedenti. Tuttavia, ha osservato che una parte sostanziale del contratto di Microsoft con l’esercito israeliano rimane attiva, suggerendo che, sebbene alcuni servizi siano stati ridotti, significative capacità operative continuano a esistere.