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A dirlo è l’XI edizione del Food Industry Monitor, l’osservatorio sulle performance delle imprese food italiane curato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e da Ceresio Investors.
Le previsioni restano positive anche per il biennio 2025-2026, con una crescita stimata del +4,6% nel 2025 e del +4,4% nel 2026, trainata da consumi interni in ripresa e investimenti industriali in aumento.
Export agroalimentare in forte espansione: +7,3% nel 2025
L’export del settore food rappresenta uno dei principali motori di crescita per il Made in Italy, con un valore che ha raggiunto i 47 miliardi di euro, di cui oltre 8 miliardi derivanti dal vino, comparto leader con circa il 30% delle esportazioni dirette verso gli Stati Uniti.
Per il 2025 si prevede un aumento del 7,3% dell’export, leggermente inferiore rispetto al +8,2% del 2024 ma comunque solido. Tuttavia, l’incognita delle politiche doganali USA preoccupa gli operatori: eventuali dazi sulle importazioni potrebbero colpire duramente il food italiano, soprattutto per le imprese che non dispongono di strutture produttive locali nei mercati esteri.
Le imprese familiari trainano il settore food: governance evoluta e performance superiori
Il Food Industry Monitor 2025 ha dedicato un focus specifico alle aziende familiari, che rappresentano il 67% del campione analizzato (oltre 860 aziende per 87 miliardi di fatturato aggregato). In comparti come farine, distillati, olio e caffè, la presenza di imprese familiari supera l’80%.
Le aziende a conduzione familiare si distinguono per migliori performance economiche, con ROI e ROE superiori rispetto alle non familiari. Fondamentale si rivela l’adozione di modelli di governance strutturati, in particolare con una leadership condivisa e la presenza di consiglieri-azionisti nei CdA, che impattano positivamente sulla redditività (ROA).
«I modelli di governance evoluti e la leadership collegiale rappresentano un vantaggio competitivo cruciale per affrontare i mercati internazionali» – ha commentato Carmine Garzia, Professore di Management e responsabile scientifico del Food Industry Monitor.
Previsioni 2025-2026: comparti in crescita e sfide internazionali
Nel 2025, i comparti che cresceranno maggiormente saranno:
- Farine: +9,9%
- Caffè: +6,9%
- Olio: +6,3%
- Surgelati: +5,6%
La domanda interna sarà sostenuta da un aumento dei salari e da un quadro occupazionale positivo, mentre la sfida della produttività sarà affrontata con investimenti industriali crescenti.
Tuttavia, restano rischi geopolitici: i dazi americani e l’evoluzione della crisi in Medio Oriente potrebbero influenzare prezzi energetici, flussi turistici e capacità di esportazione del food italiano.
«Le imprese italiane devono accelerare i processi di internazionalizzazione strutturata. Il “Made in Italy” non può più basarsi solo sull’esportazione, ma deve puntare anche sulla delocalizzazione del know-how produttivo» – ha dichiarato Alessandro Santini, Head of Corporate & Investment Banking di Ceresio Investors.
Tavola rotonda sul futuro del Made in Italy
Il convegno si è svolto presso l’Università di Pollenzo, moderato da Silvia Sciorilli Borrelli del Financial Times, con la partecipazione di:
- Matteo Lunelli, Presidente e CEO di Ferrari Trento
- Guido Repetto, Presidente di Elah Dufour
- Maria Luisa Miccolis, Head of Sales PMI di SACE
- Alessandro Santini, Ceresio Investors
- Carlo Petrini, Presidente UNISG e fondatore di Slow Food
L’evento ha sottolineato l’importanza della sinergia tra governance familiare, internazionalizzazione e strumenti finanziari per garantire la competitività delle imprese food italiane nei prossimi anni.
Food Industry Monitor: un osservatorio strategico per il settore agroalimentare
Il Food Industry Monitor (FIM), attivo dal 2009, analizza le performance di crescita, export, redditività, produttività e struttura finanziaria delle aziende food italiane, offrendo previsioni dettagliate per ogni comparto fino al 2026.
Con oltre 15 settori monitorati e un patrimonio di dati in continua evoluzione, il FIM rappresenta una risorsa indispensabile per gli operatori del settore, investitori e policy maker.