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Un’inchiesta della Procura di Palermo ha portato alla luce presunti illeciti riguardanti la gestione di appalti pubblici. Sono coinvolte diciotto persone, tra cui nomi noti della politica siciliana come l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, e l’ex ministro dell’Agricoltura, Saverio Romano.
Le accuse formulate dall’autorità giudiziaria comprendono associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
La Procura ha richiesto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari per gli indagati coinvolti. La decisione finale spetterà al giudice per le indagini preliminari dopo gli interrogatori.
Dettagli sull’inchiesta
Il caso è emerso da una serie di indagini approfondite condotte dai carabinieri del Ros. Questi ultimi hanno notificato a tutti gli indagati l’invito a comparire davanti al giudice. Le perquisizioni sono state disposte per garantire che le prove non vengano disperse, a seguito delle scoperte effettuate durante le indagini.
Le figure coinvolte
Oltre a Cuffaro e Romano, nel registro degli indagati figurano diversi funzionari pubblici e imprenditori. Tra i nomi spiccano Roberto Colletti, ex dirigente dell’azienda ospedaliera Villa Sofia, e Carmelo Pace, attuale capogruppo della Democrazia Cristiana all’Assemblea regionale. Queste personalità sono accusate di aver avuto ruoli chiave in un presunto sistema di condizionamento delle procedure di gara.
Le conseguenze legali
La richiesta di arresti domiciliari si inserisce in un contesto già complesso per Cuffaro, il quale ha già scontato una pena per favoreggiamento aggravato alla mafia. Uscito dal carcere nel 2015, ha ottenuto la riabilitazione. Romano, dal canto suo, era stato in passato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ma era stato prosciolto per insufficienza di prove.
Reazioni e dichiarazioni
Romano ha dichiarato di essere all’oscuro della richiesta della Procura, affermando di essere pronto a chiarire la sua posizione. Ha espresso fiducia nella magistratura, sottolineando di essere sempre disponibile per eventuali chiarimenti. Le sue parole riflettono una volontà di collaborazione in un momento di grande tensione e attenzione mediatica.
Il prossimo passo prevede gli interrogatori che determineranno le eventuali misure cautelari. Fino a quel momento, gli atti dell’inchiesta restano coperti dal segreto istruttorio e si attende con trepidazione il verdetto del giudice.