Da oggi l’Italia cambia le regole per i siti vietati ai minori: l’accesso ai portali vietati ai minori richiederà la verifica dell’età. La procedura non prevede SPID, ma piattaforme terze certificate che confermano la maggiore età senza rivelare i dati personali, introducendo il cosiddetto “doppio anonimato” e segnando una svolta per il settore dei contenuti per adulti online.
Niente SPID per i siti a luci rosse: il quadro europeo e il futuro dell’age verification in Italia
La normativa italiana si inserisce in un contesto europeo e internazionale di crescente attenzione alla protezione dei minori online. Regno Unito e Francia hanno già sperimentato sistemi analoghi: il cosiddetto Online Safety Act britannico, in vigore dallo scorso luglio, obbliga i portali a controlli rigorosi sull’età, mentre in Francia, da febbraio, le piattaforme devono richiedere una prova di maggiore età tramite documento o foto.
Queste misure hanno ridotto l’accesso ai contenuti per adulti, sebbene abbiano anche spinto molti utenti a utilizzare VPN o altri metodi per aggirare i blocchi.
In Italia, i siti soggetti all’obbligo devono affidarsi a operatori terzi certificati per la verifica dell’età. Il sistema non utilizza SPID o carta d’identità elettronica, ma app dedicate o piattaforme private come Yoti, che garantiscono il rispetto della privacy e la minimizzazione dei dati. Gli utenti devono affrontare un passaggio aggiuntivo: scansionare un QR Code, scaricare l’app o utilizzare metodi alternativi come il riconoscimento facciale tramite intelligenza artificiale. Come sottolinea Yoti, “l’AI esaminerà l’immagine per effettuare una stima accurata”, confermando la maggiore età senza memorizzare dati personali.
Chi sceglie di non adeguarsi rischia sanzioni fino a 250mila euro o l’oscuramento.
Siti vietati ai minori e verifica dell’età obbligatoria: perché in pochi si sono messi in regola
Da oggi, 12 novembre, sarebbero dovute entrare in vigore le nuove norme per la verifica dell’età sui siti con contenuti per adulti, con l’obiettivo dichiarato di limitare l’accesso ai minori. Tuttavia, il condizionale è d’obbligo: dei 48 portali coinvolti, riportati nella lista pubblicata dall’AGCOM il 31 ottobre, solo tre avrebbero effettivamente attivato il sistema di controllo dell’età, mentre uno avrebbe scelto di sospendere temporaneamente l’attività in Italia in attesa di chiarimenti.
Tra i siti che hanno rispettato la normativa, come riportato da Mediaset Tgcom24, figurano OnlyFans e Chaturbate, piattaforme dove gli utenti possono fruire di contenuti personalizzati e chat private. OnlyFans, ad esempio, si è affidata a Yoti, definita una “soluzione sicura e criptata”, mentre Chaturbate ha implementato un sistema analogo. Bang!, un altro portale per adulti, avrebbe invece preferito sospendere volontariamente l’accesso nel nostro Paese, sottolineando che l’Italia “ha implementato uno dei più rigorosi sistemi di verifica dell’età nell’Unione Europea” e che “piuttosto che compromettere la privacy degli utenti, il sito ha preferito limitare l’accesso fino a quando non sarà pienamente conforme ai requisiti dell’AGCOM”.
L’attuazione dei sistemi di age verification su scala nazionale appare ancora lontana, e sarà necessario attendere il completamento dell’app certificata nazionale, sviluppata da AGCOM in collaborazione con PagoPA e la Zecca dello Stato, prevista entro fine anno.