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Giorgia Meloni al Senato: l’Italia protagonista in Ue tra politica interna e dossier internazionali

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Al Senato, Meloni ha illustrato la posizione del governo in vista del Consiglio europeo, sottolineando solidità interna e ruolo internazionale.

Alla vigilia del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato al Parlamento la linea politica con cui l’Italia intende affrontare le grandi sfide continentali e globali. L’intervento, pronunciato in un’Aula del Senato gremita e in presenza quasi totale dei ministri, ha rappresentato un momento di bilancio e di prospettiva a tre anni dall’insediamento del suo governo.

Con un tono fermo e rivendicativo, Meloni ha delineato la posizione italiana su temi cruciali — dalla guerra in Ucraina al conflitto in Medio Oriente, fino alla difesa comune europea, al clima, alla casa e alla gestione dei flussi migratori — ribadendo la volontà di un Paese che vuole “essere protagonista in Europa in un momento estremamente complesso”.

L’Italia in Europa: stabilità e credibilità come punti di forza

Davanti a un’Aula gremita, la premier ha sostenuto che il Paese si avvicina al vertice di Bruxelles con “una stabilità politica rara nella storia repubblicana”, elemento che lo rende in grado di incidere nelle decisioni comunitarie in un momento di profonda complessità globale. La presidente del Consiglio ha ricordato come gli indicatori economici e finanziari confermino la solidità del sistema nazionale, affermando che l’Italia è oggi “un Paese credibile e attrattivo per gli investitori”.

Meloni ha poi sottolineato la necessità di un’Europa più pragmatica e coesa, capace di superare rigidità ideologiche. Ha chiesto che la difesa comune diventi una priorità, suggerendo di rendere permanente la flessibilità del Patto di stabilità per gli investimenti nel settore della sicurezza, poiché “nessuna libertà economica o sociale può sopravvivere senza sicurezza”. Sul fronte economico, ha ribadito l’importanza di regole europee equilibrate, che “difendano la competitività, senza trasformare il rigore in un dogma ideologico”.

Le sfide interne e l’orizzonte europeo: casa, clima e immigrazione

Meloni ha inoltre posto l’attenzione su questioni centrali per il futuro del Paese e dell’Unione. Sul piano sociale, ha annunciato l’impegno del governo per un piano casa rivolto ai giovani, spiegando che “la questione abitativa è un tema di equità sociale” e che l’Italia ha accolto con favore la decisione europea di includere l’edilizia accessibile tra le nuove priorità di finanziamento.

In tema ambientale, la premier ha ribadito la contrarietà italiana alla revisione “ideologica e irragionevole” della legge europea sul clima, sottolineando che l’Italia continuerà a sostenere obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni, ma “senza compromettere il sistema produttivo e la vita quotidiana dei cittadini”. Ha chiesto inoltre alla Commissione Europea un cambio di rotta sul Green Deal, per “correggere le scelte azzardate del passato” e rendere la transizione ecologica più realistica e sostenibile.

Riguardo al fenomeno migratorio, Meloni ha rivendicato i risultati dell’Italia nel contrasto all’immigrazione illegale di massa, evidenziando i progressi nei negoziati europei per una gestione più equa dei rimpatri e per la creazione di una lista comune di Paesi di origine sicuri. Ha infine ricordato che, grazie alla stabilità politica e ai risultati economici conseguiti, “l’Italia può presentarsi con autorevolezza al tavolo europeo”, pronta a contribuire a scelte “pragmatiche, responsabili e orientate alla sicurezza e alla crescita comune”.

“No soldati a Kiev. Riconoscimento Palestina solo senza Hamas”, le parole di Meloni al Senato

Il discorso della premier si è poi concentrato sui principali teatri di crisi internazionali. Riguardo all’Ucraina, Meloni ha riaffermato la linea di coerenza con l’Alleanza euro-atlantica, garantendo “il pieno sostegno del governo a Kiev” ma ribadendo con fermezza che “l’Italia non invierà soldati in territorio ucraino”. Ha definito “sacrosanto” il diritto dell’Ucraina a difendersi, precisando però che l’obiettivo dell’aiuto italiano “resta la pace, non la guerra”.

In un recente colloquio con Volodymyr Zelensky, la premier ha confermato la volontà di continuare a sostenere la popolazione civile “davanti ai bombardamenti sistematici russi”.

Sul tema del Medio Oriente, Meloni ha insistito sulla necessità che Hamas venga disarmato e non abbia alcun ruolo nella governance futura della Palestina, chiarendo che nessun riconoscimento dello Stato palestinese sarà possibile fino al raggiungimento di queste condizioni. Ha espresso la disponibilità italiana a partecipare alla ricostruzione della Striscia di Gaza e alla formazione della polizia palestinese, ricordando l’impegno dei Carabinieri già presenti a Gerico e la possibilità di aumentare la partecipazione italiana alla missione europea per Rafah. Per la premier, Gaza “può diventare una grande occasione per la comunità internazionale, se prevale la responsabilità sul fanatismo”.

Concludendo il suo intervento, la premier ha voluto rivolgersi direttamente ai cittadini:

Finché la maggioranza degli italiani riconoscerà il lavoro serio, la buona fede e i risultati, noi andremo avanti con la testa alta e lo sguardo fiero”.

Dopo tre anni di governo, dunque, Giorgia Meloni rivendica un percorso fondato su stabilità, risultati concreti e riconoscimento internazionale.