Taranto è in subbuglio dopo l’annuncio a sorpresa delle dimissioni del sindaco Piero Bitetti, eletto lo scorso giugno. Una decisione che ha scosso la città e che apre nuovi scenari politici e amministrativi. Tra tensioni interne, pressioni e motivazioni ancora non del tutto chiarite, il futuro di Taranto appare ora incerto e ricco di interrogativi.
Taranto in subbuglio, il sindaco Bitetti presenta le dimissioni
Nelle scorse ore Piero Bitetti, sindaco di Taranto eletto all’inizio di giugno e sostenuto da una coalizione di centrosinistra, ha presentato le sue dimissioni in modo improvviso. I motivi alla base di questa scelta non sono ancora stati chiariti del tutto. La decisione è arrivata a seguito di un incontro molto acceso in Comune con rappresentanti di comitati civici e ambientalisti riguardo al piano per l’ex ILVA, l’acciaieria cittadina da anni al centro di controversie per l’impatto industriale, ambientale e sociale.
L’argomento è tornato con urgenza al centro del dibattito a causa delle prossime scadenze fondamentali per la vendita dell’impianto, ritenuta cruciale per superare la crisi dell’azienda.
Durante la riunione, la tensione sarebbe salita al punto che Bitetti avrebbe abbandonato prematuramente la sede comunale. All’esterno si svolgeva una protesta e, secondo quanto appreso, alcuni manifestanti avrebbero tenuto atteggiamenti ritenuti minacciosi dal sindaco, che sarebbe stato ostacolato nell’uscita dall’edificio. Di conseguenza, Bitetti è rientrato in Comune e ha formalizzato le dimissioni, spiegando nella lettera una situazione di «mancata agilità politica».
“Ho ricevuto minacce da alcuni ambientalisti al termine della riunione svoltasi a Palazzo di Città sul dossier per l’ex Ilva, discusso in preparazione della riunione del Consiglio comunale in programma domani mattina e soprattutto in vista del vertice di Roma con il ministro Urso per l’Accordo di programma interistituzionale“, ha dichiarato il primo cittadino.
La sua decisione rischia di lasciare un vuoto in un momento cruciale per il futuro dell’ex ILVA, e la legge consente ai sindaci 20 giorni per confermare o ritirare la rinuncia all’incarico.
Taranto in subbuglio, il sindaco Bitetti lascia la carica: la verità dietro le dimissioni
L’incontro, svoltosi a Palazzo di Città, era stato convocato in vista del Consiglio comunale monotematico del 30 luglio, durante il quale si sarebbe dovuto discutere dell’accordo di decarbonizzazione proposto dal governo per l’ex Ilva.
“Abbiamo incontrato i sindacati metalmeccanici e ci è stato chiesto un ulteriore confronto con le associazioni ambientaliste che abbiamo voluto organizzare per illustrare lo stato dell’arte e soprattutto ascoltare le loro istanze. Dall’ascolto si acquisiscono sempre elementi nuovi e proposte. Credo che sia importante ascoltare la città e quello che stiamo facendo dal 17 giugno, giorno della mia proclamazione”, aveva dichiarato il primo cittadino.
Bitetti aveva ricordato che la prima bozza dell’accordo di programma era stata inviata ed esaminata il 18 giugno, sottolineando la richiesta di approvazione entro appena 48 ore. Ha poi evidenziato come, nonostante le pressioni, l’amministrazione fosse rimasta impegnata ad ascoltare il territorio e a tutelarne gli interessi con determinazione. In particolare, aveva espresso perplessità sulla proposta di un percorso di decarbonizzazione della durata di 13 anni, giudicato eccessivamente lungo, e aveva sostenuto la necessità di una linea più coerente con le esigenze ambientali e sanitarie locali. Per affrontare il tema in modo approfondito, l’amministrazione aveva coinvolto esperti del settore. Bitetti aveva infine ribadito che la decisione finale sarebbe spettata al consiglio comunale, chiamato a delineare il futuro della città.
L’incontro con le associazioni era iniziato con l’intervento di Annamaria Moschetti, rappresentante dell’Associazione culturale Pediatri, che aveva illustrato anni di raccolta sistematica di dati sanitari nel territorio. Secondo quanto riferito, erano emersi segnali preoccupanti, tra cui un aumento del 50% di disturbi dello spettro autistico rispetto alla media provinciale, oltre a evidenze di altre patologie legate al neurosviluppo. A suo giudizio, il principio di precauzione avrebbe imposto l’immediata cessazione dell’esposizione a fattori di rischio, senza attendere ulteriori conferme scientifiche.
Fino a quel momento, il confronto si era mantenuto nei limiti di una dialettica amministrativa serrata ma legittima. Tuttavia, la situazione sarebbe poi degenerata fino alle dimissioni di Piero Bitetti.