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Tunc: il tempo del cambiamento sostenibile parte da una fabbrica di cristalli in Toscana

il ceo di rcr pierucci

Cosa hanno in comune una storica azienda di cristalleria toscana di quasi sessant’anni, 320 addetti e 37 milioni di prodotti, e i concetti di tempo, umanità, natura e cambiamento?

 La risposta è contenuta in un acronimo – TUNC – che non suona come un semplice progetto aziendale ma come un manifesto etico vero e proprio per ridisegnare il futuro dell’impresa da qui in avanti (del resto, tunc, in latino significa “poi”. A lanciarlo è RCR Cristalleria Italiana, una realtà industriale con radici profonde nella tradizione vetraria di Colle di Val d’Elsa (Siena) e un fatturato di 50 milioni di euro.
Con TUNC, l’azienda si racconta e si trasforma, scegliendo di mettere al centro i valori umani delle persone, la sostenibilità ambientale, sociale e culturale. E non lo fa con grandi proclami bensì con scelte concrete, misurabili e coraggiose. È lo stesso Ceo Roberto Pierucci a spiegare, lettera per lettera, il progetto TUNC  e le quattro parole-chiave che l’azienda ha introdotto. Con TUNC, insomma, questo impegno si evolve in una vera e propria visione rigenerativa. Non si tratta cioè solo di produrre meglio, ma di ripensare il significato stesso dell’industria: da motore estrattivo a motore culturale e sociale.

Tempo, da investire in sicurezza e formazione

«Il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo – afferma Pierucci – e gli va dato il valore e la dignità che merita. Importante, quindi, che una porzione di tempo sia dedicata alla formazione e informazione sulla sicurezza nel posto di lavoro e sull’aggiornamento. Per la formazione è stata creata un’accademia nell’orario di lavoro, cominciando dalla qualità». Tempo come concetto inteso nel senso di rallentare per durare, invitandoci tutti a uscire dalla logica del consumo rapido. I prodotti RCR sono pensati per accompagnare la vita quotidiana con bellezza e resistenza, promuovendo un’economia del riuso e della qualità. Nel tempo, per l’appunto.

Umanità: le persone vogliono raccontarsi

 

«La seconda lettera del concetto TUNC introduce la parola umanità, perché un’azienda è fatta soprattutto di persone, che hanno un nome e un cognome, una qualifica, un profilo professionale ma soprattutto una storia di vita. E le persone amano raccontarsi. Per questo all’interno dell’azienda è stato avviato un progetto ascolto, per esempio “la colazione con il Ceo” per stabilire un momento rituale di ascolto e di confronto che può essere fruttuoso per tutto il contesto aziendale. Sempre in un’ottica di conciliazione vita-lavoro c’è anche lo smarkworking.  Del resto l’impresa è una comunità che investe nelle persone anche con il benessere organizzativo e un welfar aziendale. Ogni scelta interna a RCR è ispirata all’idea che l’essere umano viene prima del profitto.

 

Natura è autentica applicazione del concetto di sostenibilità

RCR è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di cristallo ecologico, un materiale innovativo e interamente riciclabile, privo di piombo e frutto di un ciclo produttivo virtuoso che riduce al minimo l’impatto sull’ambiente. «Sul fronte ambientale e quindi l’impatto con la natura – aggiunge Pierucci – la RCR si avvale di processi di fusione del vetro al 100% elettrici, con forni alimentati da energia pulita. Sui tetti dello stabilimento è presente infatti una distesa di pannelli fotovoltaici. Inoltre le emissioni, rispetto al 2008, sono state ridotte del 25%. Natura: oltre l’impatto zero. RCR lavora dunque per un ciclo produttivo sostenibile e circolare, minimizzando gli scarti e valorizzando ogni risorsa. L’attenzione all’ambiente si traduce anche in relazioni con il territorio toscano e gli ecosistemi locali.

 

Cambiamento: il riciclo infinito, per un futuro circolare

«Il vetro – spiega sempre il CEO – è come un amico sincero: trasparente, versatile, permanente. Il vetro non mente mai, si adatta a ogni situazione e resta sempre fedele a sé stesso. La parte migliore? Il vetro è immortale. Si ricicla al 100%. Da liquido assume  lo stato solido  e può essere riutilizzato all’infinito. Esiste da 4.000 anni e continuerà a esistere, rappresentando la più solida relazione di sostenibilità con il nostro pianeta. Pertanto, l’ultima lettera dell’acronimo TUNC è anche un invito a non rimanere fermi, a cambiare, a rimettere in discussione i modelli industriali finora adottati e proporre un nuovo patto tra impresa e società, basato su trasparenza, consapevolezza e corresponsabilità».

Un modello ispirativo

«TUNC – conclude il Ceo di RCR – nasce da una domanda semplice ma profonda: come può un’azienda contribuire a un mondo migliore? La risposta, per noi, è iniziata qui, nel cuore della Toscana e vicino al fiume Elsa, dove tradizione e cambiamento si incontrano. Elevandoci da esempio di come anche l’industria può fare la sua parte, trasformando ogni gesto produttivo in un atto etico».