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Nonna uccisa a martellate ad Acilia: il nipote ammette il gesto violento e rivela il movente

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Uccide la nonna a martellate: il nipote confessa e attribuisce il gesto alle tensioni familiari. Il delitto è avvenuto sabato 6 dicembre.

Un giovane uccide la propria nonna e, fermato dalle forze dell’ordine, confessa il delitto, indicando come movente le umiliazioni e le tensioni familiari subite nel tempo. La tragedia, avvenuta ad Acilia nelle prime ore del mattino di ieri, lascia aperti interrogativi sulla dinamica esatta dell’aggressione e sulle circostanze che hanno scatenato la violenza.

Uccide la nonna a martellate in casa: le indagini sul delitto ad Acilia

Un terribile omicidio ha scosso Acilia, nella periferia di Roma, la mattina del 6 dicembre. Gabriella Armari, un’anziana di 80 anni, è stata brutalmente uccisa con un martello all’interno della propria abitazione in via Giuseppe Molteni. L’aggressione, avvenuta intorno alle 8.30, è stata preceduta da urla disperate che hanno allarmato i vicini, i quali hanno subito contattato il Nue 112.

All’arrivo della polizia, la donna giaceva in una pozza di sangue, mentre il compagno della madre del nipote, Flavio Rocca, era anch’egli ferito gravemente, con la perdita di un orecchio e gravi lesioni a un occhio.

Secondo le prime ricostruzioni, il 30enne Lorenzo Vitali, nipote della vittima, avrebbe agito durante una lite. L’uomo non era residente stabile nella casa di famiglia e sarebbe arrivato dall’estero solo pochi giorni prima. Prima di essere fermato, Vitali ha tentato la fuga, salendo su un treno della Metromare, ma è stato bloccato poco dopo dalla polizia mentre camminava su viale Giustiniano Imperatore.

Uccide la nonna a martellate in casa: Lorenzo Vitali svela il movente del delitto

Interrogato dagli inquirenti, Lorenzo Vitali ha raccontato di aver agito spinto da rabbia e frustrazione nei confronti dei familiari. “Non sopportavo più di essere deriso dai miei familiari. Mi deridevano, mi umiliavano, dicevano che sono un nullafacente”, avrebbe dichiarato, come riportato da Roma Today, descrivendo una serie di presunti abusi e umiliazioni subiti nel tempo. L’aggressione avrebbe colpito inizialmente il compagno della madre e poi la nonna, scatenando una furia incontrollabile culminata nel delitto.

Il 30enne avrebbe una compagna e una figlia di tre anni che vivono in Svizzera. Gli inquirenti stanno verificando la veridicità di queste informazioni e cercando di chiarire il movente del gesto, senza escludere fattori economici o personali. Al termine dell’interrogatorio, il pubblico ministero ha convalidato il fermo e il giovane è stato trasferito in carcere, mentre gli accertamenti continuano per comprendere tutte le circostanze che hanno portato a questa tragedia familiare.