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L'Ue indaga sugli appalti cinesi di dispositivi medici: la risposta di Pechino

Dispositivi medici appalti Cina

L'indagine è nata dalla preoccupazione dell'Unione Europea che la Cina possa non solo favorire i fornitori locali, ma anche imporre restrizioni alle importazioni.

L’Unione europea ha dato il via ad una nuova indagine che prende di mira gli appalti pubblici cinesi per quanto riguarda i dispositivi medici. Una scelta che porterà ad un aumento delle tensioni tra i paesi membri e Pechino, che ha già commentato questa mossa, parlando di una decisione presa esclusivamente per danneggiare la Cina.

I timori sugli appalti cinesi

Sono diversi i timori che l’Ue nutre in merito agli appalti pubblici cinesi per i dispositivi medici, il primo è che la Cina potrebbe favorire i fornitori locali, mentre la seconda è forse la paura più grande, ovvero che il paese possa imporre delle restrizioni alle importazioni e condizioni che creano offerte basse in modo sospetto e che non possono essere sostenute da aziende orientate al profitto.

Un’indagine che, se confermerà un comportamento sleale da parte della Cina, avrebbe come conseguenza la possibilità da parte dell’Unione europea di limitare l’accesso delle aziende cinesi al mercato degli appalti pubblici nella zona dei 27 paesi membri.

Stando a quanto condiviso dall’Unione europea, l’indagine si concluderà nell’arco di nove mesi, ma la Commissione ha comunque il potere di prorogarla per altri cinque mesi.

La risposta di Pechino

La Cina non è rimasta in silenzio davanti a questa scelta, il portavoce del ministro degli Esteri Wang Wenbin ha infatti dichiarato che l’Unione europea si sta difendendo dietro lo scudo del protezionismo con l’unico obiettivo di reprimere e danneggiare senza alcun motivo valido le imprese cinesi. Ha poi concluso che tale quadro non giova all’immagine dell’Ue.