Kiev, 2 mag. (askanews) – “L’accordo è cambiato in modo significativo durante il processo di preparazione. Ora si tratta di un accordo veramente equo che crea un’opportunità per investimenti abbastanza significativi in Ucraina”. Così il presidente ucraino Volodomyr Zelensky ha definito l’intesa sulle terre rare firmata con gli Stati Uniti, dopo mesi di incertezze e tensioni fra i due Paesi.
Ma cosa è cambiato? Alcuni dettagli fondamentali dell’accordo sono stati modificati rispetto alle precedenti bozze rifiutate da Kiev e definite da Zelensky una proposta di “vendere il Paese”.
In primo luogo è stata abbandonata la richiesta da parte dell’amministrazione Trump di un risarcimento per gli aiuti dati finora. Washington aveva chiesto una quota di 500 miliardi di dollari delle terre rare e di altri minerali ucraini in cambio degli aiuti già forniti a Kiev.
Gli Usa inoltre avrebbero sì diritti preferenziali ma non esclusivi sull’estrazione mineraria: Kiev rimarrà padrona del sottosuolo e avrà l’ultima parola su cosa e dove verrà estratto.
Altro punto fondamentale per l’Ucraina il tono nel documento: la Russia viene definita “l’aggressore”, e “un’Ucraina pacifica, sovrana e resiliente” l’obiettivo finale degli accordi, un netto cambio di passo rispetto alle precedenti affermazioni del presidente Usa Trump.