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Zelenskyy e Trump: disallineamento strategico nelle trattative diplomatiche

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Un'analisi approfondita del recente incontro diplomatico tra Zelenskyy e Trump mette in luce le opportunità mancate per l'Ucraina.

I recenti incontri diplomatici tra il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno messo in luce un complesso intreccio di aspettative e realtà. Dopo una telefonata significativa tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin, Zelenskyy ha cercato di ottenere un fondamentale supporto militare dagli Stati Uniti. Tuttavia, l’esito del loro incontro non ha soddisfatto le attese, evidenziando le difficoltà della diplomazia internazionale.

Il contesto dell’incontro

Nell’immediato antecedente all’incontro, Zelenskyy nutriva ottimismo riguardo al rafforzamento dei legami con gli Stati Uniti e alla possibilità di acquisire missili da crociera Tomahawk, che Kyiv ritiene potrebbero alterare significativamente l’andamento del conflitto in corso con la Russia. Con Trump che aveva recentemente ottenuto un cessate il fuoco a Gaza, sembrava plausibile una sua disponibilità ad assistere l’Ucraina nella lotta contro l’aggressione russa.

Aspettative e realtà

Nonostante le speranze di Zelenskyy, l’incontro alla Casa Bianca si è svolto in un clima di cordialità, ma non ha raggiunto gli esiti attesi. Trump stesso ha descritto l’incontro come “cordiale”, un termine positivo ma che non trasmette l’urgenza delle esigenze ucraine. Zelenskyy sembra aver appreso dai precedenti errori diplomatici, adottando un approccio più deferente nei confronti di Trump, che considera una figura chiave per ottenere supporto.

Tempistiche e errori strategici

I critici dell’incontro hanno sottolineato che Zelenskyy potrebbe aver sottovalutato la sua strategia, soprattutto in considerazione della lunga conversazione di Trump con Putin avvenuta solo un giorno prima. Durante quella telefonata di due ore e mezza, Trump aveva accennato alla possibilità di fornire Tomahawk all’Ucraina, ma il risultato è stata un’intesa per ulteriori discussioni in un prossimo summit a Budapest. Questo contesto avrebbe dovuto indurre Zelenskyy a rivedere il proprio approccio e temperare le aspettative riguardo all’assistenza militare.

Occasioni mancate per richieste chiave

Concentrandosi sulla richiesta dei Tomahawk, Zelenskyy ha perso un’opportunità vitale per sostenere altre forniture militari critiche. Ad esempio, missili aria-aria per aerei F-16 e MiG, così come missili superficie-aria per sistemi di difesa aerea Patriot, sono in urgente richiesta a causa dell’intensificarsi dei bombardamenti aerei russi. Queste alternative avrebbero potuto essere più allineate strategicamente con gli interessi e le capacità statunitensi, facilitando un dialogo più produttivo.

In aggiunta, le discussioni riguardanti la potenziale utilizzazione di beni russi immobilizzati per rafforzare gli sforzi di difesa ucraini sono state messe da parte. Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent sostiene tali misure, ma le complessità della finanza internazionale e le preoccupazioni condivise tra gli alleati hanno creato ostacoli nell’avanzamento di questa proposta.

Sicurezza energetica e prospettive future

Un’altra area in cui i colloqui non hanno raggiunto risultati è stata la sicurezza energetica, in particolare nell’assicurare accordi per l’importazione di gas naturale liquefatto (LNG) dagli Stati Uniti. Considerati i crescenti attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine, la necessità di fonti energetiche affidabili è più urgente che mai. Sebbene l’Ucraina abbia iniziato ad acquistare LNG dagli Stati Uniti, sono necessari aumenti sostanziali delle importazioni per i prossimi mesi invernali.

Sfide nelle negoziazioni

La delegazione ucraina, composta da ministri e funzionari chiave, ha lasciato Washington senza finalizzare numerosi accordi significativi. Questo è stato particolarmente deludente considerando i preparativi effettuati in vista dell’incontro. La focalizzazione sui Tomahawk ha distolto l’attenzione dall’urgenza di altre questioni pressanti, come la sicurezza energetica e le forniture militari, che avrebbero potuto essere affrontate in modo più efficace.

Inoltre, il tempismo della visita di Zelenskyy avrebbe potuto essere pianificato meglio. Con il governo degli Stati Uniti impegnato in una battaglia di bilancio, vi era una capacità limitata per l’amministrazione di impegnarsi appieno con le esigenze ucraine. L’accento posto sulle richieste militari immediate, in particolare la proposta di scambio dei Tomahawk, è sembrato prematuro nel contesto delle più ampie considerazioni geopolitiche.

Con l’avvicinarsi dell’inverno, cresce la preoccupazione a Kyiv riguardo alle potenziali conseguenze della continuazione dell’aggressione russa, in particolare in termini di carenze energetiche. Zelenskyy stesso ha indicato che l’intensificazione dei bombardamenti aerei è una strategia deliberata della Russia per creare caos all’interno delle infrastrutture ucraine.

Nell’immediato antecedente all’incontro, Zelenskyy nutriva ottimismo riguardo al rafforzamento dei legami con gli Stati Uniti e alla possibilità di acquisire missili da crociera Tomahawk, che Kyiv ritiene potrebbero alterare significativamente l’andamento del conflitto in corso con la Russia. Con Trump che aveva recentemente ottenuto un cessate il fuoco a Gaza, sembrava plausibile una sua disponibilità ad assistere l’Ucraina nella lotta contro l’aggressione russa.0