Lo so che le emergenze della scuola sono primariamente quelle <<strutturali>>, solai e i controsoffitti delle scuole andrebbero monitorati, ogni settimana c’è un crollo; tetti da controllare e sistemare, a volte si tratta di fatti lievi, a volte cadono interi pezzi di soffitto: è una cosa molto urgente, poi riscaldamenti che non funzionano, muri non affrescati, mancanza di beni di prima necessità, lavagne, gessi, pulizia delle aule dei bagni. Però concordo con Matteo Salvini «Dopo l’educazione civica vorrei che tornasse anche il grembiule, per evitare che vi sia il bambino con la felpa da 700 euro e quello che ce l’ha di terza mano perché non può permettersela». Io portavo il grembiule, e siamo cresciuti senza <<traumi>>, anzi.
«Qualcuno», ha detto il vicepremier, «griderà allo scandalo ed evocherà il Duce, ma un paese migliore si costruisce anche con ordine e disciplina. È soprattutto sui bambini che dobbiamo investire in educazione per non avere ragazzi che a vent’anni sono solo dei casinisti». Devo ricordare che il <<grembiule>> è una scelta di sinistra direi “maoista”, quindi nessuno può tacciare Salvini, in questo caso di rincorrere simboli di <<destra>>. Poi invito il Ministro della Pubblica Istruzione Marco Bussetti, e il Governo, a fare un passo indietro sull’ abolizione della storia dalla maturità, la trattano come merce d’antiquariato, fuori moda, da accantonare. Ed è pericoloso: la storia fa parte del presente, e senza la consapevolezza di ciò che è accaduto non daremmo un senso alla nostra scena politica e sociale. Anzi dovrebbero aumentare le ore di studio della storia. Bussetti ha avallato una decisione della commissione che si era già insediata (quando la ministra era Valeria Fedeli, uno strazio, ndr ), e che all’interno non aveva neanche uno storico. Parliamo di una tendenza degli ultimi dieci anni, in cui la storia soffre di schizofrenia: da una parte assistiamo al successo di programmi di intrattenimento e fiction basati sulla storia, dall’altra vediamo che la storia com’era un tempo, quella che aveva peso politico, sta scomparendo. “Un esame di maturità senza la storia mi fa paura. Per questo chiederò al ministro Bussetti di ripensarci”. A Liliana Segre proprio non va giù, e come a lei, a milioni di cittadine e cittadini. Da quattro mesi dà battaglia per sapere come sia stato possibile che il Miur abbia soppresso la traccia storica dalla prima prova scritta della maturità. Si è anche fatta promotrice di un “affare assegnato” che in linguaggio tecnico vuol dire promuovere una piccola indagine – in questo caso affidata alla Commissione Cultura del Senato – per sapere da che cosa sia nata la decisione del ministero di cancellare la traccia storica. I lavori parlamentari non sono ancora cominciati. “E ora da cittadina ho chiesto un incontro con il ministro”. “Vorrei capire il perché della soppressione della storia, che ritengo un atto molto grave. Io mi sono sempre occupata di memoria. Ma memoria e storia vanno insieme. Da trent’anni rendo testimonianza sulla Shoah nelle scuole, e vedo la fatica che talvolta fanno i professori per contestualizzare il mio racconto. Può capitare che nell’ultima classe delle superiori non si arrivi a svolgere l’intero programma e ci si fermi alla Grande Guerra. Invece sarebbe utile studiare i totalitarismi, i genocidi e la complessità di tutto il Secolo Breve”. Per tornare al grembiule sia subito reintrodotto con il prossimo anno scolastico grembiule, ha sicuramente una funzione positiva: ritarda la corsa all’esibizione delle marche e dei simboli. Oggi si vedono bambini che si presentano in classe con le divise complete delle squadre di calcio, con magliette con scritte, messaggi e disegni di ogni tipo. Non sono un nostalgico dei tempi passati, ma l’idea che la sobrietà sia anche un valore non mi dispiace affatto.