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A Milano l'omaggio dei cittadini ad Armani: qui per "Re Giorgio"

Milano, 6 set. (askanews) – La lunga fila per dare l’ultimo saluto a Giorgio Armani è cominciata ancora prima dell’apertura della camera ardente dello stilista, all’Armani/Teatro, a Milano. Cittadini, gente comune, anche di fuori città, che hanno aspettato il proprio turno per entrare nella sala, allestita con decine e decine di lanterne e fiori bianchi, e rendere omaggio ad Armani, che con Milano ha avuto sempre un legame importante.

“Siamo tutti molto orgogliosi del lavoro che ha fatto per tutti noi e mi sembrava giusto rendergli omaggio”, ci lascia “il suo modo contenuto di esprimersi, la sua semplicità, la sua pacatezza”, dice una milanese. In fila anche una famiglia venuta da Cremona per festeggiare il compleanno della figlia, che ha deciso di interrompere la visita per visitare la camera ardente perché “Armani è il re”.

“Stile, eleganza e tanto da imparare”, è il lascito secondo un’altra cittadina.

“Silenziosamente è stato una persona generosissima ed è stato padrino di un adozione a distanza ai bambini di Haiti, paese dimenticato, per 11 anni”, racconta Maria Vittoria Rava, della Fondazione Francesca Rava che aiuta i bambini e le bambini nel mondo: “Penso che sia un profeta, una persona che lascia messaggi su questo mondo”.

“Una persona eccezionale e gentile” racconta un suo ex dipendente, con cui ha lavorato a Londra.

Qualcuna ricorda quanto il suo stile sia stato unico perché “ha cercato di far vedere più la parte interiore delle donne nell’eleganza e nel portamento senza mettere in risalto soltanto l’aspetto fisico”.

In tanti si commuovono perché, anche se non l’hanno mai conosciuto di persona, Armani ha fatto comunque parte della loro vita. “È stata la mia gioventù – dice una donna in lacrime – i primi capi firmati le prime gioie di venire alla sua boutique, di avere i jeans, quel capo firmato che tanto si era voluto”.