ActionAid: intervista al segretario generale Marco De Ponte

In esclusiva per Notizie.it l'intervista-video al segretario generale di ActionAid Italia: "Lottiamo per il diritto al cibo e a fianco delle donne"

Nata negli anni ’70 da un’idea ambiziosa di Cecil Jackson Cole, oggi ActionAid International è un’organizzazione internazionale che lavora in 45 paesi (distribuiti in 5 continenti) e collabora con più di 10.000 partner, alleanze, organizzazioni non governative e movimenti sociali per combattere povertà e ingiustizia sociale.

ActionAid è presente in Italia dal 2003, cioè da quando Azione Aiuto ottiene dal Ministero degli Esteri l’idoneità come ONG, assumendo il nome di ActionAid International Italia Onlus.

Fin dall’inizio della sua attività la onlus italiana si è occupata di lanciare svariati progetti su differenti verticali tematiche, tra cui soprattutto la sicurezza alimentare e la tutela femminile. Nel 2011 ActionAid lancia la nuova strategia “Italia, Sveglia!”. L’obiettivo è ambizioso: contribuire a “svegliare” l’Italia, affinché i suoi cittadini e l’intero Paese si impegnino attivamente per un mondo più giusto e libero dagli squilibri di potere che generano povertà e ingiustizia.

Affinché le persone siano informate, coinvolte e partecipino, ActionAid promuove la cultura dell’accountability pubblica e decide di creare delle “aree di radicamento” territoriale e rafforzare così l’impegno per il cambiamento sul territorio nazionale, dove già da tempo operano gli attivisti dei Gruppi locali.

Intervista a Marco De Ponte

Abbiamo intervistato in esclusiva per Notizie.it il Segretario Generale di ActionAid Italia Marco De Ponte.

Avevamo già avuto modo di parlare di lui in occasione dell’evento organizzato da ActionAid dal titolo “Italia e il G7 come essere protagonista nel nuovo scenario globale”.

Qui, di seguito, trovate le anticipazioni della video-intervista con il Segretario Generale ActionAid Italia.

Segretario De Ponte, quali sono le vostre iniziative per rivendicare i diritti delle donne nei Paesi in cui la violenza contro le donne è ancora all’ordine del giorno?

“Almeno una volta nella vita una donna su tre in tutto il mondo ha subito violenza. Nella maggior parte dei casi, la violenza è perpetrata all’interno delle mura domestiche.

Si stima che le bambine e le adolescenti già sposate con un uomo adulto siano circa 22 milioni. Centinaia di milioni di altre bambine sono a rischio matrimonio forzato. Il nostro lavoro è volto a prevenire e contrastare la violenza sulle donne in ogni sua forma. Portiamo avanti campagne di sensibilizzazione e informazione e chiediamo alle istituzioni risposte efficaci, attraverso servizi adeguati e cambiamenti a livello legislativo dove ancora mancano le tutele necessarie.

In Italia, lavoriamo per assicurare la trasparenza dei fondi per i Centri antiviolenza e per le Case rifugio attraverso l’iniziativa “DonneCheContano” e sensibilizziamo gli studenti attraverso il percorso didattico “Nei panni dell’altra” che mira a contrastare gli stereotipi di genere.
A livello europeo abbiamo avviato, ad esempio, il Progetto AFTER che ha come obiettivo quello di combattere le mutilazioni genitali femminili tra le comunità di migranti originarie di paesi dove vengono culturalmente praticate e di aumentare la consapevolezza tra i politici e le istituzioni del rischio esistente, al fine di trovare soluzioni per prevenirlo”.

Quali sono i progetti ActionAid in merito ai diritti al cibo?

“Oggi nel mondo 795 milioni di persone non hanno abbastanza cibo. È per questo necessario un New Deal agricolo e un cambio di prospettiva che metta al centro i piccoli agricoltori e in particolare le donne, oltre a strumenti trasparenti per misurare gli impegni dei Paesi donatori e il loro impatto sulla sicurezza alimentare. Nel 2014 abbiamo lanciato la campagna “Io mangio giusto” per porre l’attenzione sull’importanza di intervenire nelle mense scolastiche per contrastare gli sprechi alimentari.

L’iniziativa ha coinvolto e sensibilizzato circa 42 000 studenti in tutta Italia, raggiunto oltre 700 genitori e 1.900 insegnanti e ha permesso di far diventare più giusta la mensa di 24.300 bambini. È proprio dalle scuole e dai servizi di refezione che occorre ripartire per promuovere una nuova cultura dell’alimentazione che renda il cibo un diritto accessibile a tutti.

Un altro filone di lavoro legato al tema del diritto al cibo è quello sul land grabbing, l’accaparramento della terra.

Grandi aziende e multinazionali, soprattutto occidentali, puntano a ottenere estese porzioni di terreno appartenenti a privati e comunità rurali la cui principale fonte di sostentamento è proprio la terra. Oltre alla produzione di materie prime per i biocarburanti, il land grabbing mira anche a fare investimenti puramente speculativi. Abbiamo seguito diversi casi di land grabbing in Senegal, ma anche nella vicina Sardegna. Lavoriamo con le comunità colpite, aiutandole a rivendicare il proprio diritto alla terra, supportandole nell’organizzarsi e nel rapportarsi con le istituzioni per chiedere adeguati indennizzi e compensazioni per il danno subito”.

Per scoprire gli altri temi trattati insieme al segretario generale Marco De Ponte, guardate l’intervista-video qui sotto.