La bozza della Legge di Bilancio 2026 ha riacceso il dibattito sulle politiche fiscali, in particolare sugli affitti brevi e sulla cedolare secca. Le novità previste hanno immediatamente attirato l’attenzione, aprendo un confronto sulle possibili ricadute economiche per privati e famiglie che affittano immobili a breve termine, e più in generale sulle strategie del governo per il turismo e la gestione delle imposte locali.
Ecco tutti i dettagli.
Turismo, imposta di soggiorno e prospettive per il 2026
Il Consiglio dei Ministri ha confermato la proroga delle misure incrementali sull’imposta di soggiorno per il 2026, destinando il 70% del gettito agli scopi originari e il restante 30% al bilancio statale, con finalità sociali. Le città capoluogo potranno applicare fino a 7 euro a notte, mentre i centri storici e le città d’arte arrivano a 12 euro; per eventi straordinari come il Giubileo o le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, il limite potrà essere aumentato di 5 euro per persona.
L’Anci ha criticato la misura, sostenendo che riduce l’autonomia finanziaria dei Comuni, originariamente pensata per compensare l’overtourism. Allo stesso modo, le associazioni alberghiere e turistiche denunciano un segnale opposto rispetto alla riduzione della pressione fiscale, mettendo in guardia sugli effetti combinati di cedolare secca al 26% e possibili maggiorazioni della tassa di soggiorno, che potrebbero danneggiare la domanda interna e la competitività del settore.
Affitti brevi, la cedolare secca sale al 26%: cosa cambia?
La prima bozza della Legge di Bilancio introduce conferme ma anche significative novità, tra cui l’incremento della tassazione sugli affitti brevi. L’aliquota della cedolare secca passa dal 21% al 26% per tutti, comprendendo sia i privati sia coloro che operano come intermediari o gestori di portali digitali. La modifica è inserita nell’articolo 7 della manovra, eliminando così la precedente agevolazione riservata esclusivamente a chi affittava una sola unità immobiliare senza scopi imprenditoriali.
Dal giugno 2017, per “affitti brevi” si intendono i contratti di locazione fino a 30 giorni stipulati da persone fisiche, direttamente o tramite piattaforme telematiche, includendo pertinenze e servizi accessori. La soglia massima è fissata a quattro immobili, oltre la quale l’attività viene considerata imprenditoriale. Secondo le ultime statistiche del Mef, i redditi derivanti da queste locazioni generano circa 438 milioni di euro imponibili.
La novità ha provocato reazioni immediate sul fronte politico e associativo. Raffaele Nevi di Forza Italia ha definito l’aumento profondamente iniquo, sottolineando l’incoerenza con la riduzione del prelievo sui stablecoin dal 33% al 26%. Anche Matteo Salvini ha espresso perplessità, evidenziando la necessità che la manovra venga valutata dal Parlamento. Critiche sono arrivate da Confedilizia, che propone invece incentivi per gli affitti a lungo termine, e dalle associazioni del settore turistico, come Aigab e Aigo Confesercenti, che temono un impatto negativo sul reddito delle famiglie e sulla competitività del mercato.