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Aggressione israeliana su Gaza: una crisi umanitaria senza precedenti

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La guerra a Gaza continua a mietere vittime e disperazione, con oltre 1,3 milioni di persone bloccate nella città assediata.

La situazione a Gaza City è gravissima, con oltre 1,3 milioni di persone intrappolate mentre i bombardamenti israeliani continuano senza sosta. Solo martedì, più di 50 persone sono state uccise in un attacco che ha colpito diverse aree della città, evidenziando la crisi umanitaria in corso.

Le vittime e la risposta israelo-palestinese

Tra le vittime ci sono nove palestinesi che cercavano aiuto nel sud della città.

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato i palestinesi, esortandoli a fuggire verso sud per mettersi in salvo. Tuttavia, i bombardamenti continuano a colpire anche questa zona. Un attacco aereo ha distrutto un riparo di fortuna per le famiglie sfollate nel porto di Gaza, causando la morte di due civili e ferendone altri.

In diverse aree residenziali di Gaza, come al-Mukhabarat e il palazzo Zidan, sono stati registrati attacchi aerei che hanno devastato abitazioni. Un’altra casa è stata bombardata nel quartiere Talbani di Deir el-Balah, mentre due giovani sono stati uccisi in un attacco nella zona di az-Zarqa a nord-est di Gaza City.

Un’agenzia di verifica ha confermato un attacco israeliano alla moschea Ibn Taymiyyah, con immagini che mostrano un’esplosione seguita da una nube di fumo. Nonostante l’esplosione, il minareto è rimasto in piedi, ma il danno è stato significativo.

Evacuazioni forzate e condizioni di vita insostenibili

Israele ha emesso nuove minacce di evacuazione, avvertendo i palestinesi di lasciare determinati edifici, pena la morte. Le autorità hanno descritto questa manovra come una violazione del diritto internazionale, mentre i residenti sono stati invitati a spostarsi in quella che viene definita una zona umanitaria a al-Mawasi, sempre sotto attacco. Nonostante le affermazioni israeliane di sicurezza, la zona è stata bombardata ripetutamente.

Philippe Lazzarini, capo dell’UNRWA, ha descritto al-Mawasi come un vasto campo di sfollati, dove la disperazione regna sovrana. “Non c’è un posto sicuro a Gaza”, ha dichiarato, sottolineando la gravità della situazione e il rischio di carestia che incombe sulla popolazione.

Secondo la Protezione Civile palestinese, “Gaza City sta bruciando e l’umanità viene annientata”. Solo negli ultimi tre giorni, cinque grattacieli sono stati distrutti, lasciando migliaia di persone senza tetto. Più di 350 tende che ospitavano famiglie sfollate sono state abbattute, costringendo quasi 7.600 persone a dormire all’aperto.

Reazione internazionale e proteste locali

La crisi ha attirato l’attenzione internazionale, con il Consiglio di Sicurezza dell’ONU che ha condannato gli attacchi israeliani. Martedì, i palestinesi di Gaza centrale hanno manifestato contro i recenti ordini di evacuazione, esibendo cartelli con scritte come “Non ci muoveremo” e “Non usciremo”.

In Cisgiordania, la situazione è altrettanto tesa, con due adolescenti uccisi nel campo profughi di Jenin. Mentre la violenza si diffonde, la comunità internazionale continua a chiedere un cessate il fuoco duraturo.

La comunità mondiale è in allerta. La situazione a Gaza non mostra segni di miglioramento, mentre i bombardamenti israeliani proseguono e il numero di vittime continua a salire. Con oltre 64.000 palestinesi uccisi, la situazione è stata definita da molti come un genocidio.

Tra le vittime ci sono nove palestinesi che cercavano aiuto nel sud della città. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato i palestinesi, esortandoli a fuggire verso sud per mettersi in salvo. Tuttavia, i bombardamenti continuano a colpire anche questa zona. Un attacco aereo ha distrutto un riparo di fortuna per le famiglie sfollate nel porto di Gaza, causando la morte di due civili e ferendone altri.0