Un episodio di bullismo estremo ha scosso la comunità di Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto. Secondo quanto riportato nelle chat dei genitori e rilanciato online, un ragazzo avrebbe puntato un coltello alla gola di un compagno, scatenando preoccupazione tra famiglie e cittadini. L’aggressione evidenzia quanto le tensioni tra adolescenti possano degenerare rapidamente e la necessità di un intervento chiaro da parte della scuola e delle autorità locali.
Grosseto, aggressione a scuola: coltello puntato alla gola di un compagno
Secondo le ricostruzioni circolate nelle chat e sui social media, il primo ragazzo avrebbe fatto uno scherzo al compagno, che non lo avrebbe gradito manifestando il suo disappunto. In risposta, invece di cercare una soluzione verbale o ignorare la situazione, l’altro studente avrebbe estratto un coltello da una tasca e glielo avrebbe puntato alla gola, intimorendo il compagno.
Il fatto, seppur al momento basato su testimonianze non ufficiali, è stato rilanciato online, generando reazioni di allarme tra i genitori e tra la comunità. La vicenda ha scatenato un acceso dibattito sui social, con alcuni che chiedono punizioni severe per il ragazzo coinvolto e altri che invitano alla calma, sottolineando la necessità di verificare i fatti prima di diffondere giudizi.
Grosseto, aggressione a scuola: coltello puntato alla gola di un compagno, preside e sindaca intervengono
La scuola media interessata è stata chiamata a fare chiarezza sull’accaduto, convocando assemblee con le famiglie per discutere eventuali provvedimenti. La dirigente scolastica, Daniela Bilgini, ha però precisato:
“Tale accadimento non risulta a vero ed è una ricostruzione non corretta. Null’altro si può aggiungere sia perché trattasi di minori sia perché vi sono accertamenti in corso da parte della competente autorità procedente”, come sottolineato a Il Tirreno.
Parallelamente, la sindaca di Castiglione della Pescaia, Elena Nappi, ha espresso forte preoccupazione per la gestione della vicenda, denunciando una mancanza di trasparenza:
“Nessuno mi aveva avvertito di quello che era accaduto in quell’istituto. La scuola forse pensava di nascondere tutto? Non mi è stata fatta nemmeno una telefonata e neppure erano stati avvertiti i carabinieri. So invece che era stata convocata un’assemblea per parlarne. E questa cosa non va bene. Sono delusa e molto amareggiata. L’omertà non va bene, soprattutto in un piccolo paese dove le notizie circolano comunque”, ha riportato a La Nazione.
La vicenda mette in evidenza la delicatezza dell’intervento da parte delle istituzioni scolastiche e comunali, chiamate a garantire sicurezza e tutela dei minori, senza alimentare panico o diffusione di informazioni non verificate.