> > Ansia e depressione in aumento, servono risorse e nuove strategie

Ansia e depressione in aumento, servono risorse e nuove strategie

Roma, 1 ott. (askanews) – L’esigenza di maggiori risorse, modelli organizzativi più efficaci, centralità dei diritti e, soprattutto, l’urgenza di intervenire sui giovani. Sono alcuni dei temi emersi nel corso del convegno promosso dall’Intergruppo Parlamentare One Mental Health presieduto dal Senatore Ignazio Zullo, che si è svolto a Roma nella Sala Zuccari del Senato.

In Italia la salute mentale pesa per circa il 4% del PIL, il numero di persone affette da disabilità mentali è di 16 milioni, con un incremento del 6% nel 2023 rispetto al 2022. Il 75%, circa 12 milioni, soffre di ansia e depressione. Ma il 12,5%, ovvero oltre 2 milioni, a causa dello stigma e delle criticità del sistema, non riesce a trovare aiuto.

Il professor Alberto Siracusano, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Tavolo Tecnico sulla Salute Mentale del Ministero della Salute, definisce così la One Mental Health: “Uno sforzo culturale che si sta facendo, con un Intergruppo il cui Presidente è il senatore Zullo, per far capire alla società italiana che cosa è la nuova salute mentale, collegandola all’altro concetto fondamentale, che oggi riguarda la Sanità, che è quello del One Health: ambiente, mondo animale, mondo umano, ma soprattutto ambiente, le relazioni sono al centro del benessere e, certe volte, quello che noi vediamo nella patologia del malessere sociale”.

La principale emergenza, oggi, riguarda il disagio dei giovani. I dati diffusi dall’UNICEF mostrano che oltre 12 milioni di bambini e adolescenti nell’Unione Europea soffrono di disturbi psichici. Tra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni l’8% ha sperimentato un episodio di ansia e il 4% ha vissuto un periodo di depressione. I dati sulla salute mentale mostrano dunque la necessità di risposte rapide, coordinate e strutturali. Il senatore Ignazio Zullo, Presidente Intergruppo “One Mental Health” ha spiegato: “Una priorità è tutta la riorganizzazione del sistema di assistenza, è una riorganizzazione di servizi, è una riorganizzazione in termini di formazione delle diverse professionalità ma anche di colmare i deficit che noi abbiamo in termini di numeri di medici, infermieri, di psicologi ne abbiamo, quindi in termini di formazione. E dobbiamo investire su un arricchimento culturale su questo discorso, capire che c’è bisogno di una presa in carico a lungo termine, e questo comporta anche una integrazione sociosanitaria tra quelli che sono i servizi sanitari e quelle che sono le azioni di protezione sociale, i servizi dei comuni, trasformando tutto il territorio in una rete di assistenza”.