Dopo un anno di allentamento monetario, la BCE taglia ancora i tassi e potrebbe ora prendersi una pausa estiva. L’inflazione nell’eurozona è scesa sotto il 2% a maggio, complice la frenata economica, soprattutto in Germania. I nuovi tassi scendono al 2% per i depositi, 2,15% per i rifinanziamenti principali e 2,40% per quelli marginali, con effetti attesi su mutui e mercato obbligazionario.
Mutui, la BCE taglia i tassi al 2%
I tassi BCE sono ora al 2%, la metà rispetto a un anno fa, come previsto dagli analisti. Una buona notizia per chi ha un mutuo variabile o intende accendere un prestito: la rata media scende di circa 17 euro al mese, passando da 618 a 601 euro, dopo aver superato i 750 euro a fine 2023. La decisione è arrivata al termine del consiglio direttivo della BCE. In conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde ha dichiarato che, con questo taglio, l’istituto si sta avvicinando alla fine di un ciclo avviato in risposta a shock complessi come la pandemia, la guerra in Ucraina e la crisi energetica, aggiungendo che si è entrati in una fase nuova, con condizioni e attori diversi.
Per ora, altri tagli non sono attesi: la BCE valuterà nuovi interventi solo dopo l’estate, anche in base all’impatto dei dazi USA sull’economia europea. I Futures sull’Euribor segnalano un possibile stop alla discesa entro fine anno, con una stabilizzazione delle rate intorno ai 597 euro.
Intanto, arrivano le prime offerte a tasso variabile più vantaggiose dei fissi (Tan dal 2,53%), ma il vantaggio è ancora limitato e legato a durate specifiche. Il tasso fisso resta il più scelto, anche per via degli spread più contenuti.
Il recente taglio dei tassi da parte della BCE ha influenzato in modo rilevante BTP e altri bond, coinvolgendo sia investitori istituzionali che risparmiatori privati. Il rendimento del BTP decennale italiano è sceso al 3,62% durante un’asta di aprile 2025, toccando il minimo da febbraio, spinto dalle aspettative di ulteriori riduzioni dei tassi. Tuttavia, la politica di “quantitative tightening” (QT) della BCE, che prevede di non reinvestire i titoli in scadenza, potrebbe aumentare l’offerta di bond sul mercato, esercitando pressione sugli spread e portando a possibili rialzi dei rendimenti.
BCE taglia i tassi dall’11 giugno: mutui variabili più leggeri e crescita stabile nonostante i rischi globali
Dopo quattro interventi nel corso del 2024, la BCE ha annunciato un nuovo abbassamento dei tassi a partire dall’11 giugno 2025. Le nuove soglie saranno:
- 2,00% per i depositi presso la banca centrale,
- 2,15% per i rifinanziamenti principali,
- 2,40% per i rifinanziamenti marginali.
Questa riduzione comporta un beneficio concreto, seppur moderato, per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile. Secondo il Codacons, le famiglie potrebbero ottenere risparmi stimati come segue:
- per mutui tra 100mila e 200mila euro a 20 anni: da 13 a 27 euro al mese, pari a un massimo di 324 euro annui;
- per prestiti trentennali: taglio della rata fino a 30 euro al mese (360 euro l’anno);
- per un finanziamento tipo da 125mila euro a 25 anni: riduzione di circa 17 euro al mese, ovvero 204 euro annui.
Nel frattempo, i tassi medi applicati dalle banche risultano in calo: secondo Bankitalia, a marzo 2025 si attestavano al 3,54%, in netto calo rispetto al picco del 4,92% raggiunto nel novembre 2023.
La BCE stima per l’Eurozona una crescita lenta ma costante: +0,9% nel 2025, +1,1% nel 2026 e +1,3% nel 2027. Dopo un buon avvio d’anno, restano i timori legati ai dazi USA. A sostenere l’economia saranno spesa pubblica mirata, occupazione stabile, redditi in lieve aumento e credito più accessibile.