Una mattina silenziosa. Poi il rumore dei mezzi della polizia. Era atteso da tempo? Lo sfratto del Leoncavallo è diventato realtà alle prime ore del 21 agosto.
Le forze dell’ordine al Leoncavallo, eseguito lo sfratto dopo vent’anni?
Poco prima delle nove, polizia e carabinieri hanno varcato i cancelli di via Watteau insieme all’ufficiale giudiziario.
Nessuna resistenza. Nessun disordine. Solo porte aperte su stanze vuote.
L’operazione dello sfratto al Leoncavallo, chiesta più di vent’anni fa dai proprietari, è stata rinviata centinaia di volte. Ogni volta un motivo diverso. Ogni volta un altro rinvio. Questa mattina invece no. Questa volta è andata diversamente. La struttura, al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine, era deserta. E questo ha reso tutto più rapido, quasi silenzioso.
C’è chi ricorda l’ultima volta, poco più di un mese fa, quando era stato disposto lo sgombero ma poi sospeso. Stavolta la storia ha preso un’altra piega. Dopo anni di occupazione e di rinvii, l’intervento si è svolto in modo lineare, senza tensioni, senza scene da cronaca nera. Solo il rispetto di un provvedimento giudiziario rimasto a lungo fermo su carta.
Leoncavallo sfratto in corso: una lunga vicenda giudiziaria
Per capire il valore di questa giornata bisogna tornare indietro. All’inizio degli anni Duemila, quando la proprietà – il gruppo Cabassi – presentò la prima richiesta di rilascio dell’immobile. Da allora oltre centotrenta tentativi andati a vuoto. Un braccio di ferro che ha segnato non solo la storia del centro sociale, ma anche quella delle istituzioni.
Lo sfratto del Leoncavallo non è stato soltanto una questione di ordine pubblico, ma anche economica. I giudici, lo scorso anno, hanno condannato il ministero dell’Interno a versare 3 milioni di euro ai proprietari, ritenendo lo Stato inadempiente per un’occupazione protratta oltre tre decenni. Una cifra che racconta da sola quanto il peso di questa vicenda sia andato ben oltre i confini di via Watteau.
Oggi, la scena è diversa. Non ci sono cori, né cortei. Solo il quartiere che guarda e si interroga. Il Leoncavallo è stato per molti un simbolo culturale, politico, musicale. Per altri solo una ferita aperta. Ognuno ha la sua memoria, il suo giudizio. Ma questa mattina, davanti al cancello, l’unica voce era quella delle procedure che finalmente si sono concluse.
C’è chi si chiede cosa accadrà adesso. Lo stabile tornerà alla proprietà, come stabilito da anni. Ma resta la domanda sul futuro del quartiere, sul ruolo che quel luogo aveva assunto nel tempo. Una domanda sospesa. Forse senza risposta immediata.
Intanto, sul selciato, resta l’immagine di un’operazione portata a termine con ordine. Senza scontri. Senza clamori. Le forze dell’ordine hanno fatto il loro lavoro. Nulla di più, nulla di meno.