Casini Presidente della Repubblica 2022? Il piano di Renzi contro Pd e M5s

Secondo alcune indiscrezioni potrebbe esserci anche Pierferdinando Casini tra i possibili candidati a Presidente della Repubblica.

Non ci sarebbero soltanto Draghi, Cartabia ed eventualmente Mattarella come possibili candidati alla carica di Presidente della Repubblica: secondo un’indiscrezione riportata da La Stampa in campo potrebbe esserci anche l’ex Udc Pierferdinando Casini.

Casini presidente della Repubblica?

A premere per la sua candidatura sarebbero i partiti di centrodestra e in particolare Forza Italia. Una fonte di quest’ultima forza politica avrebbe infatti confermato che il nome del senatore centrista farebbe ormai parte della corsa al Quirinale.

Questo quanto avrebbe affermato: “Casini è in partita nel caso in cui Mattarella non fosse disponibile per un altro mandato, anche a termine, fino alle elezioni politiche del 2023.

Quelle che dimezzeranno il numero dei parlamentari”. Ora, è noto che fare un nome per il Quirinale non sempre significa lanciarlo in pista, anzi spesso si tratta di un espediente per togliere di mezzo un candidato scomodo.

Casini presidente della Repubblica: il ruolo di Renzi

Oltre all’interesse degli azzurr, ci sarebbe anche la regia di Matteo Renzi dietro alla scelta di lanciare il nome di Casini. Questo perché porterebbe in un solo colpo all’isolamento del Movimento Cinque Stelle e alla spaccatura del Partito Democratico, diviso su chi concorda sulla sua candidatura e chi preferirebbe un altro nome.

E dunque ad un indebolimento ulteriore dell’alleanza giallorossa.

Di concerto con Base riformista, la corrente dei dem guidata dal ministro Lorenzo Guerini e da Luca Lotti, nata sulle ceneri del renzismo dopo la scissione di Italia Viva, il senatore fiorentino vorrebbe dunque portare tutto il centrodestra sul nome dell’ex leader dell’Udc, ritenuto l’anello di congiunzione tra centrosinistra e centrodestra.

Casini presidente della Repubblica: chi lo voterebbe

L’ex Udc, oggi seduto tra le fila del gruppo delle Autonomie, verrebbe dunque sostenuto da una buona fetta del Partito democratico, da Forza Italia e da Italia Viva.

A questi si potrebbero aggiungere anche Lega e Fratelli d’Italia, che valuterebbero con molto interesse l’elezione di un presidente della Repubblica non proveniente dal centrosinistra.

Questo nonostante Matteo Salvini sembri puntare su Mario Draghi al Quirinale (“Why not?“, disse in un’intervista a Quarta Repubblica) nella speranza che si sciolgano le Camere e che si torni subito al voto, un obiettivo che sta inseguendo da diversi mesi. In questo modo il Movimento Cinque Stelle finirebbe in minoranza.