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Caso Garlasco: legale Venditti, 'Brescia usa investigatori Pavia, hanno perso bussola'

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Milano, 28 ott. (Adnkronos) - La difesa di Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia, non ci sta e torna a ribadire la necessità di trasferire il caso Garlasco a Brescia. In una nuova memoria, che si aggiunge a quella recente in cui si sollecitava il trasferimento - insistendo sulla co...

Milano, 28 ott. (Adnkronos) – La difesa di Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia, non ci sta e torna a ribadire la necessità di trasferire il caso Garlasco a Brescia. In una nuova memoria, che si aggiunge a quella recente in cui si sollecitava il trasferimento – insistendo sulla connessione tra il fascicolo sulla presunta corruzione sull'archiviazione nel 2017 di Andrea Sempio e quello che riguarda il cosiddetto 'sistema Pavia' -, l'avvocato Domenico Aiello solleva alcune questione riportate nel nuovo decreto di sequestro firmato dal procuratore capo di Brescia Francesco Prete e dalla pm Claudia Moregola.

In particolare, nel documento inviato alla procuratrice generale di Milano Francesca Nanni, al pg di Brescia Guido Rispoli, alle procure di Brescia e Pavia e alla gip Daniela Garlaschelli davanti alla quale è in corso l'incidente probatorio sul delitto di Chiara Poggi, il legale cita l'articolo 58 del codice di procedura penale e rileva come la Procura di Pavia si stia servendo non solo del Gico di Brescia, ma della Guardia di finanza di Pavia e dei carabinieri di Milano, forze di cui si avvale già la procura guidata da Fabio Napoleone che indaga sul delitto di 18 anni fa. La norma del codice recita che ogni Procura dispone della rispettiva sezione di polizia giudiziaria e l'"uso" di chi si occupa da tempo dell'inchiesta su Sempio, indagato per l'omicidio in concorso, è visto dal difensore come una "certificazione" di un legame tra Garlasco e l'indagine Clean. In sintesi, la presunta corruzione in atti giudiziari contestata a Venditti sul caso Garlasco è un episodio di una presunta corruzione sistemica su cui, trattandosi di un ex magistrato, "deve occuparsi esclusivamente la Procura di Brescia".

Una "connessione processuale che diventa attuale con l'incidente probatorio che va fatto condurre a Brescia" per l'avvocato Aiello, il quale nella memoria si scaglia contro il recente decreto di sequestro – dopo la decisione del Riesame di Brescia che ha ritenuto troppo generica la richiesta dei dispositivi informatici dell'ex magistrato – in cui la procura reclama "di poter acquisire 11 anni (dal 2014 a oggi, ndr) di vita di una persona, chat e foto comprese. L'indicare parole chiavi di ricerca vuol dire cercare elementi di prova, qui invece si vuole acquisire tutto per cercare il reato. Vedere scritto su un decreto che non è stata trovato il reato, che non si conoscono i corruttori o chi ha avuto un ruolo eventuale di depistaggio e che si vogliono acquisire 11 anni di dati privati…questo vuol dire aver perso la bussola" conclude l'avvocato Domenico Aiello.