Roma, 16 dic. (askanews) – “Per rendere realmente efficace uno screening nazionale sul diabete di tipo 1 è necessario innanzitutto rafforzarne la conoscenza tra i cittadini. È poi fondamentale che le linee guida prevedano il coinvolgimento di tutte le competenze necessarie, tra cui ad esempio i pediatri di famiglia e gli specialisti di malattie autoimmuni, accanto ai Diabetologia”.
Lo ha detto Valentino Cherubini, past president della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), intervenendo a Talk Salute, il format in onda su Urania TV. “Un altro elemento chiave è la semplicità di esecuzione del test sulla popolazione generale, attraverso laboratori centralizzati – uno o due per regione – in cooperazione con i centri di diabetologia e gastroenterologia. Serve inoltre un sistema nazionale per la raccolta dei dati, basato su un database standardizzato valido per tutti i territori”. Cherubini sottolinea anche l’importanza dell’organizzazione: “È essenziale il lavoro in team e la presenza di un responsabile regionale dello screening, con un profilo tecnico-scientifico e non politico o amministrativo. In assenza di questa figura, l’efficacia del programma rischia di essere compromessa”. “Infine – conclude – servono risorse adeguate e stabili. Per garantirle è indispensabile che lo screening venga inserito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza)”.