> > Ciliegie a Milano, prezzi alle stelle: perché costano cinque volte più che ...

Ciliegie a Milano, prezzi alle stelle: perché costano cinque volte più che altrove

ciliegie milano prezzi

Il rincaro delle ciliegie a Milano preoccupa: prezzi fino a 23 euro al chilo. Tra gelate e scarsità, la frutta rossa diventa quasi un lusso cittadino.

A Milano comprare un chilo di ciliegie può costare più di un pranzo fuori. E non in un ristorante stellato. Sui banchi dei mercati si arriva anche a 23 euro al chilo. Una cifra che suona quasi surreale per un prodotto stagionale, fresco, popolare. Eppure accade. E accade sempre più spesso. Perchè il prezzo delle ciliegie a Milano ha raggiunto tali prezzi?

Ciliegie a Milano prezzi da record: cosa c’è dietro

La denuncia è arrivata da Coldiretti Puglia. I prezzi sono schizzati verso l’alto. E la causa, secondo l’associazione, sarebbe duplice: offerta crollata, controlli carenti. In particolare, la varietà ‘Bigarreau’ — quella col prezzo alle stelle — viene venduta a Milano a oltre cinque volte il suo valore medio di mercato, che secondo l’Ismea si aggira sui 4,63 euro.

Tutto legittimo? Forse. Ma Coldiretti vuole vederci chiaro. Sospetta che dietro quei prezzi ci siano partite di frutta non italiane vendute come locali. Chiede ispezioni. E non è la prima volta. Già nel 2021 si parlava di “frutto di lusso”. Allora la colpa era della guerra, del caro energia. Ora, invece, il nemico è il clima.

Prezzi fuori scala per le ciliegie a Milano: è solo colpa del mercato?

Le gelate di marzo e aprile 2025 hanno colpito duro. Soprattutto nel sud-est barese. Varietà intere, come le ‘Ferrovia’, praticamente sparite. Campi bruciati dal freddo. Un’intera filiera in ginocchio. I numeri fanno paura: -70%, in certi casi -100% di raccolto. E la Puglia, che da sola fa il 30% delle ciliegie italiane, non regge il colpo.

Le ciliegie, poi, non sono un prodotto qualunque. Non si stoccano. Non si conservano. E la raccolta non si fa con i robot. È tutto manuale. Lento. Costoso. Poi ci sono i trasporti, la catena del fresco. Ed ecco spiegati — almeno in parte — quei 23 euro al chilo. Ma resta una domanda: il consumatore lo sa cosa compra? O sta pagando oro un frutto che forse arriva da tutt’altra parte?