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Controlli di sicurezza nelle scuole italiane: la situazione allarmante

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La situazione delle scuole italiane è critica: la maggior parte non ha le certificazioni di sicurezza necessarie. Analizziamo i dati e le implicazioni.

In Italia, la sicurezza nelle scuole è diventata un tema di grande preoccupazione. Secondo un recente dossier, ben nove scuole su dieci non sono in regola con le certificazioni obbligatorie. Questo dato inquietante emerge da un’analisi accurata condotta su circa quarantamila edifici scolastici statali per l’anno scolastico 2023-2024. Solo il 10% di queste scuole possiede tutte e cinque le certificazioni previste dalla legge, tra cui il certificato di agibilità e quello di prevenzione incendi.

La situazione è più che allarmante: trentaseimila plessi scolastici mancano di una o più certificazioni, e oltre 3.500 edifici non possiedono alcun tipo di attestazione.

Nonostante si parli di sicurezza da decenni, la realtà è ben diversa. Ogni giorno, circa settecentomila studenti, insegnanti e personale amministrativo entrano in istituti che, in molti casi, non rispettano nemmeno le norme basilari di sicurezza. L’analisi di Tuttoscuola, condotta sulla base di dati ufficiali, rivela un quadro strutturale preoccupante che coinvolge l’intero territorio nazionale. Le differenze regionali sono significative: al Nord, le scuole a norma raggiungono circa il 50%, mentre al Sud e nelle isole la situazione è drammatica, con il Lazio che registra il valore più basso, solo il 12,7% di edifici in regola.

Disparità regionali e problematiche strutturali

La distribuzione delle scuole certificate mostra profonde disparità. La Valle d’Aosta si distingue come un’eccezione virtuosa, con quasi l’88% delle scuole che possiedono tutte le certificazioni richieste. In contrasto, la Sardegna e molte regioni del Centro-Sud faticano a superare il 15% di edifici in regola. In Liguria, il dato è fermo al 31,1%, mentre Abruzzo e Campania oscillano intorno al 30%. Queste cifre evidenziano non solo un problema di sicurezza, ma anche una questione di uguaglianza nell’accesso a strutture adeguate per l’istruzione.

Le fonti del Ministero dell’Istruzione tentano di ridimensionare l’impatto di questo dossier, affermando che sono in corso interventi su oltre diecimila edifici, grazie ai fondi del PNRR. Tuttavia, la realtà è che i risultati di questi lavori non saranno visibili per anni, lasciando gli studenti a frequentare ambienti insicuri nel frattempo. Il ministero precisa che la responsabilità degli interventi spetta principalmente agli enti locali, che spesso si trovano in difficoltà per mancanza di risorse.

Un problema di lungo termine

Il rimpallo di responsabilità tra governo centrale e amministrazioni locali dura da decenni, senza che si sia riusciti a risolvere le carenze strutturali. Le amministrazioni, in genere, hanno adottato soluzioni temporanee, lasciando accumulare un’eredità di incuria che si protrae da sessant’anni. Il tema della sicurezza scolastica scompare rapidamente dall’agenda politica, riemergendo solo in seguito a crolli o tragedie, quando l’indignazione è solo di breve durata.

In questo contesto, è fondamentale che la società civile e i media mantengano alta l’attenzione sulla questione. La sicurezza nelle scuole non è solo una questione di numeri, ma riguarda la vita e il futuro di migliaia di studenti. È necessario un impegno costante e serio da parte di tutte le istituzioni per garantire che ogni scuola possa rappresentare un ambiente sicuro e protetto per i giovani cittadini di domani.