Covid, quali sono le regioni a rischio zona arancione secondo gli ultimi dati dell'Agenas

Gli ultimi dati Agenas certificano un aumento dei ricoveri in diverse regioni che corrono dunque il rischio di passare in zona arancione: quali sono?

Dato l’aumento di contagi e ricoveri in tutta Italia, alcune regioni corrono il rischio di finire in zona arancione già dalla prossima settimana.

Una fascia che scatta quando l’incidenza settimanale supera i 150 casi positivi ogni 100 mila abitanti e i tassi di occupazione di terapie intensive e aree mediche superano rispettivamente le soglie del 20% e del 30%.

Cinque regioni rischiano il cambio di colore nei prossimi dieci o quindici giorni. L’approdo in zona gialla potrebbe arrivare già venerdì con l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza per Toscana e Umbria. Ma anche l’Emilia-Romagna potrebbe finirci.

Mentre la Liguria sembra destinata alla zona arancione, così come Piemonte e Marche.

Regioni a rischio zona arancione

Il territorio che rischia maggiormente è quello della Liguria. Secondo i dati diffusi dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornati a lunedì 3 gennaio, le rianimazioni occupate hanno già oltrepassato l’asticella (21%) e i reparti di degenza ordinaria l’hanno appena raggiunta (30%). Sembra dunque certo il passaggio di zona da lunedì 10 gennaio.

Vi è poi la Provincia Autonoma di Trento, dove i pazienti Covid occupano il 24% delle terapie intensive e il 22% dell’area medica. Se dunque il primo parametro è già stato superato, c’è ancora un buon margine per il secondo. Situazione simile nelle Marche, dove le percentuali ammontano rispettivamente a 21%e 23%. Il governatore Acquaroli ha già affermato che “di questo passo, purtroppo, vedo inevitabile anche per la nostra Regione il rischio della zona arancione“.

Regioni a rischio zona arancione

Salgono i ricoveri anche in Calabria, dove alcuni comuni sono già finiti in zona arancione ma non si eslcude il passaggio per l’intera regione. I ricoveri in degenza ordinaria sono infatti saliti al 31%, sopra la soglia, mentre quelli nelle rianimazioni sono stabili al 15%.

Anche in Valle d’Aosta le ospedalizzazioni in area non critica hanno superato il 30% di 15 punti percentuali, ma quelle in terapia intensiva sono ferme al 9%, cosa che fa sperare alla regione di rimanere gialla ancora per un’altra settimana.