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A rischio il 16% dell'import: ecco come la crisi del Mar Rosso può colpire l'economia italiana

Import italiano a rischio a causa della crisi del Mar Rosso

Crisi del Mar Rosso: il 16% dell'import in Italia è a rischio a causa delle conseguenze degli attacchi degli Houthi sul commercio marittimo

Anche l’import italiano è a rischio a causa degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso. Le azioni del gruppo armato sciita dello Yemen, infatti, stanno causando una crisi che promette di essere un duro colpo per l’economia in Italia, in particolare per quanto riguarda l’import. Stime di Bankitalia sottolineano come dal Mar Rosso passino circa il 16% dell’import italiano, cosa che sta spingendo il governo a preparare un intervento in difesa delle imprese.

Gli attacchi degli Houthi e i rischi per l’Italia: la priorità del governo è assicurare i flussi commerciali

Gli attacchi degli Houthi all’imbocco del Mar Rosso ha dato via a una crisi che andrà a colpire duramente l’economia mondiale e anche quella italiana. Il canale di Suez è uno dei punti cardine dell’import dell’Italia ed è proprio da lì che transita circa il 40% del nostro commercio marittimo. Tra l’ultima settimana di dicembre e la prima di gennaio, ovvero da quando la situazione sul Mar Rosso ha iniziato a esacerbarsi sempre più, il volume degli scambi attraverso Suez si è ridotto del 28% su base annua. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato come la situazione nel Mar Rosso sia preoccupante e come gli scambi commerciali marittimi colpiti dalla crisi siano vitali per l’economia italiana.

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Le mosse del governo, dalla missione militare UE alla mobilitazione Sace

L’intervento del governo per tutelare l’import italiano durante la crisi del Mar Rosso vede un duplice impegno. Da una parte, insieme all’UE, si è detta necessaria una missione navale anti-Houthi: insieme a Francia e Germania, l’Italia ha firmato un documento che richiede il rafforzamento della presenza europea nell’area colpita dalla crisi con lo scopo di difendere gli scambi commerciali. L’obiettivo, quindi, è quello di rendere più estesa e potente l’operazione Agenor, già in corso nella zona colpita dagli attacchi. Dal punto di vista economico, invece, palazzo Chigi intenderebbe, qualora la situazione di instabilità dovesse prolungarsi eccessivamente, mobilitare la Sace a supporto dei rincari subiti da piccole e medie compagnie mercantili italiane.

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