Casteldaccia, proprietari villa "nessun ordine di demolirla"

I coniugi Pace, proprietari della villa di Casteldaccia raccontano la loro versione dei fatti. "Nessun documento che dicesse che andava buttata giù".

I proprietari della villa di Castellaccia, teatro della morte di nove persone, hanno rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla tragedia dovuta all’esondazione del fiume Milicia che ha distrutto l’abitazione.

In un incontro con la stampa, hanno voluto raccontare la loro versione dei fatti. “Se avessi saputo una cosa del genere non avrei mai permesso a nessuno di vivere in quella casa” ha dichiarato il titolare Antonio Pace. Concetta Scurria, moglie di Pace, racconta affranta: “Come mamma, siamo troppo disperati, troppo colpiti nel cuore“, poi aggiunge tra le lacrime “vorrei morire io“. I due proprietari sostengono che non ci sia stato nessun ordine di demolizione della villa e che, per questo, non hanno proceduto ad abbatterla.

Le lacrime dei proprietari della villa di Casteldaccia

Antonio Pace e Concetta Scurria hanno raccontato di aver appreso la notizia il giorno dopo la tragedia. I due, visibilmente provati dall’episodio e dalle pressione mediatica che stanno subendo, sono accompagnati dall’avvocato Marco D’Alessandro.

Antonio Pace ha spiegato: “Dieci anni fa era arrivata una condanna, ma poi non ho ricevuto più niente: nessun documento che mi dicesse che andava buttata giù. Mai nessuno è venuto a dirmi che là non ci potevo stare. Avevo la residenza. Entravo e uscivo quando volevo. Nessuno mi ha mai proibito di entrare e uscire là“. Poi aggiunge “sono troppo dispiaciuto e disperato per quello che è successo a Giuseppe. Se avessi saputo una cosa del genere non avrei mai permesso a nessuno di vivere in quella casa.

Ci viveva mio figlio. Sto male, sono troppo disperato“. Poi scoppia in lacrime e, con voce strozzata, confessa: “Non ce la faccio più, vorrei abbracciare Giuseppe. Sto male!“.

L’avvocato Marco D’Alessandro spiega meglio le argomentazioni del suo assistito. “Nessuno ha mai inibito l’uso dell’abitazione nella quale il figlio del signor Pace ancora formalmente risiede. C’erano utenze attive, rinnovate fino all’anno scorso. Non c’è stata la percezione del pericolo.

Rifiutiamo di essere tacciati di essere dei mostri“. La villa era abitualmente utilizzata dalla famiglia di Giuseppe Giordano ed era stata allagata una volta, ma mai come nella notte tra 3 e 4 novembre.

Non sapevamo che fossero lì quella sera, loro vivevano a Palermo” racconta Concetta Scurria, “se me lo avessero detto di buttarla a terra l’avrei fatto“. L’avvocato interviene nuovamente e spiega: “La sentenza che aveva condannato i proprietari non faceva riferimento alla pericolosità dell’edificio ma alla sua illiceità.

C’è tutta un’attività relativa alla demolizione che è demandata all’autorità“.