Cesare Battisti: il ricorso in Cassazione per annullare l'ergastolo

L'avvocato di Cesare Battisti ha fatto ricorso alla Cassazione: ritiene che la pena di ergastolo sia illegittima per il suo cliente.

L’avvocato di Cesare Battisti, Davide Steccanella, ha chiesto alla Cassazione di annullare la sentenza della Corte d’Assise d’Appello.

Per il 64enne era stata decretata la pena dell’ergastolo ma l’avvocato ritiene sia illegittima perché in Brasile non esiste il carcere a vita. Secondo l‘accordo di estradizione fra Italia e Brasile la pena dovrebbe essere di 30 anni di reclusione.

Il ricorso in Cassazione

Per sostenere meglio il suo cliente, Davide Steccanella ha fatto riferimento a un preciso passaggio dell’accordo fra Italia e Brasile: “il termine di 30 anni di detenzione appare perfettamente compatibile con l’ordinamento giuridico interno”.

Secondo la Procura Generale, poiché la cattura di Battisti è avvenuta in Bolivia, stato in cui l’uomo era entrato illegalmente, l’accordo di estradizione con il Brasile non sarebbe valido. L’interpretazione del documento con cui l’Italia ha ottenuto la cooperazione giudiziaria con lo stato sudamericano spetta alla Cassazione, che dovrà decidere se ritiene valido l’accordo del 2017, come sostiene la difesa, o se invece è la Corte d’Assise d’Appello ad avere ragione.

Nel secondo caso, in cui venga confermato l’ergastolo, non potrebbero esserci i benefici penitenziari. Steccanella ha evidenziato anche un’altra infrazione: l’ex terrorista dei Pac non ha potuto recarsi in un tribunale per capire se la sua espulsione fosse legittima o illegittima. L’avvocato ha fatto appello al Patto internazionale sui diritti civili delle Nazioni Unite, secondo cui, se uno ritiene di essere stato catturato illegalmente, ha il diritto di avere prima un processo.

Battisti non ha potuto farlo perché è stato subito consegnato alla polizia italiana.