Csm, summit tra magistrati e politici per spartirsi le nomine

Al tavolo dei consiglieri in un albergo di Roma, insieme a Palamara, ci sarebbe stato anche il presidente della Lazio Claudio Lotito.

Continuano le indagini della Procura di Perugia sui casi di corruzione che ruotano attorno ai consiglieri del Consiglio superiore di magistratura e all’ex presidente dell’Anm Luca Palamara.

Si apprende da Tgcom24 che gli inquirenti sono entrati in possesso di nuove prove che testimoniano una pratica di spartizione delle nomine. A rivelarlo sarebbero gli atti processuali trasmessi dai pm umbri al Ministero della Giustizia. Palamara e altri consiglieri si sarebbero riuniti in diversi summit, svolti a tarda sera in un albergo di Roma, per accertarsi della nomina di procuratori a loro graditi.

Il mercato delle toghe

Oltra a Palamara, sarebbero coinvolti nel mercato delle toghe anche Ferri, Lotti, Luigi Spina, Corrado Cartoni, Gianluca Morlini, Paolo Criscuoli e Antonio Lepre.

Quattro di loro – Morlini, Criscuoli, Cartoni e Lepre – hanno deciso per l’autosospensione. Luigi Spina (capogruppo di Unicost indagato per favoreggiamento e rivelazioni di segreto di ufficio) si è invece dimesso. Alle riunioni notturne avrebbero preso parte anche esponenti del mondo politico, in particolare il presidente della Lazio Claudio Lotito.

La spartizione delle nomine è stata confermata anche da una cimice inserita dalla Gico della Finanza nel cellulare di Palamara. Le intercettazioni avrebbero rivelato una “conta dei voti” della durata di due ore per l’assegnazione degli incarichi a magistrati di fiducia.

Plenum del Csm, Mattarella: “Sconcertato”

David Ermini, vicepresidente del Csm, nella giornata di lunedì 3 giugno si è recato al Quirinale in occasione di un plenum straordinario convocato dopo l’apertura dell’indagine di Perugia. “Siamo di fronte a un passaggio delicato”, ha esordito. “O sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti“.

Il presidente Sergio Mattarella si è definito “sconcertato e molto contrariato” da quanto emerso dall’inchiesta sul mercato delle toghe.

Si tratta di una crisi senza precedenti e rappresenta una ferita “grave, anzi, gravissima” nel mondo della magistratura.