Napoli, Saviano in città per presentare il suo nuovo libro

Roberto Saviano torna a Napoli. "E' davvero super emozionante" ha commentato lo scrittore.

Roberto Saviano si è recato a Napoli in occasione della presentazione del suo nuovo libro.

Lo scrittore ha infatti deciso di salire a bordo della nave Ong Open Arms, ormeggiata nel porto cittadino, per fare pubblicità all’ultima sua opera in uscita, In mare non esistono taxi. Saviano ha quindi colto l’occasione per continuare anche nella propaganda pro-accoglienza che sostiene da tempo. Il giornalista e autore ha parlato ai microfoni di Radio Capital per spiegare l’iniziativa: “Per me è davvero super emozionante. Innanzitutto ritorno a Napoli, cosa non facile per me e sempre carica di emotività”.

Inevitabile una frecciatina a Matteo Salvini e alla sua politica contro l’immigrazione: “Quella nave ha salvato migliaia di persone e combatte la valanga di fango e di bugie che vengono sistematicamente dette su queste ambulanze del mare”.

La visita a Napoli

Lo scrittore ha poi proseguito sull’argomento immigrazione e sulla sua personale idea su tale tema: “Per me ha un significato importantissimo. Napoli è città che resiste aprendo i porti: esserci è un momento di sintesi.

Dobbiamo ragionare su questa propaganda continua che ha il solo obiettivo di distrarre dai reali temi che sanno affrontare, da quelli fiscali e quelli economici, passando per la sicurezza e la gestione dei migranti. Preferiscono togliere diritti e millantare accuse”.

A bordo della Open Armas

Sulla visita a bordo nella Open Arms ha detto, come riporta Fanpage.it: “Sarà un occasione fantastica per poter vedere da vicino un luogo prezioso, uno strumento di salvataggio che ha consentito di strappare al mare migliaia di vite e che è stato testimone degli orrori che avvengono nel Mediterraneo“.

Ad annunciare la notizia è stato lo stesso Saviano su Facebook: “Sono felice di poter fare questa comunicazione. Vorrei urlarla, proclamarla, come una gioia immensa. Venerdì 21 giugno, alle 18, sarò a Napoli, sulla Open Arms. Contro le balle su Ong e migranti, testimoniare è l’ultima cosa che rimane: mettere i nostri corpi e smettere di essere neutrali, perché chi è neutrale è complice”.