Calabria, nuovo sbarco: 59 migranti dalla Turchia alla costa jonica

In manette i due scafisti: due uomini di 29 e 32 anni di origine ucraina.

Mentre gli occhi di mezza Europa sono concentrati sul caso della Sea Watch 3, da tempo ormai in balìa delle acque internazionali a largo di Lampedusa, sulla costa jonica calabrese sono sbarcati 59 migranti (tutti di nazionalità pachistana).

I profughi si trovavano a bordo di una barca a vela, incagliata sugli scogli che racchiudono il lembo di spiaggia del crotonese nella notte tra il 23 e il 24 giugno: nonostante la situazione di pericolo del battello alcuni dei migranti sono riusciti a raggiungere la terra ferma a nuoto. In manette i due scafisti: due uomini di 29 e 32 anni di origine ucraina. Le pattuglie della Guardia di Finanza hanno sottoposto a stato di fermo il gruppo di migranti giunto sulla costa, l’altro gruppo rimasto a bordo della barca a vela è stato tratto in salvo e ricondotto al Cara di Sant’Anna.

È stato confermato che i 59 pachistani viaggiavano dalle coste turche con il chiaro intento di raggiungere il territorio italiano.

La rotta turca verso l’Italia

La rotta turca è da tempo utilizzata per il traffico di essere umani, in primis battuta da migranti di nazionalità siriana e afghana. Ad oggi il numero di imbarcazioni avvistate a largo delle acque italiane si è moltiplicato. Sulla costa jonica i controlli sono serrati: il reparto aeronavale coadiuvato dalle pattuglie di elicotteri e motovedette sorveglia il territorio.

C’è però sempre qualcuno che riesce a superare il blocco navale italiano fino a giungere sulla costa: si spingono sprezzanti dei pericoli a bordo di piccole imbarcazioni, a volte a vela, che molto spesso si arenano sugli scogli, lì dove una volta squarciate aprono la fuga dei profughi che trasportano sottocoperta.