La polizia di Stato di Trapani ha eseguito diverse perquisizioni volte a colpire i fiancheggiatori del super latitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro.
Il blitz ha colpito una serie di presunti complici del boss tra Castelvetrano, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara e Partanna. L’operazione ha coinvolto oltre 130 agenti del Servizio Centrale Operativo di Roma e delle squadre mobili di Palermo e Trapani, oltre al personale della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) che ha coordinato i poliziotti. Al momento, 19 persone risultano indagate, informa l’Ansa. Tra gli indagati ci sono noti appartenenti alla mafia, ma anche professionisti e commercianti.
Tramite tali complici, la polizia intende raccogliere elementi utili alla cattura del pupillo di Totò Riina.
Blitz a Castelvetrano
Il blitz ha colpito anche il Comune in cui tutto ha avuto inizio e che, secondo i dati ufficiali, risulta essere l’ultimo indirizzo di residenza di Messina Denaro.
Era il 1993 quando è scomparso da Castelvetrano ha iniziato la latitanza, dopo la condanna all’ergastolo per le bombe a Milano, Roma e Firenze. Proprio in questo piccolo centro all’estremità occidentale della Sicilia, solo qualche mese prima (metà aprile), sono finiti in manette due carabinieri e l’ex sindaco, Antonio Vaccarino, accusati rispettivamente di accesso abusivo al sistema informatico e favoreggiamento. In altre parole, delle talpe che hanno riferito al boss, la “primula rossa” di Cosa Nostra, informazioni essenziali relative alle indagini condotte su di lui.
Ed è sempre qui a Castelvetrano che si cela, secondo un poliziotto citato da Repubblica, “la chiave per svelare l’enigma Matteo Messina Denaro”.