Milano, Carabinieri aggrediti da clandestino: in 4 all'ospedale

Le forze dell'ordine sono intervenute a causa di una rissa: giunte sul posto, un 29enne irregolare gli ha presi a calci e pugni.

Violenta aggressione nei confronti di quattro Carabinieri a Milano.

La vicenda è accaduta durante la mattina di sabato 28 Settembre 2019, presso l’Esselunga di via Solari. Stando a quanto riportato dal sito ilgiornale.it, una pattuglia di Carabinieri ha raggiunto il supermercato in seguito ad una violenta lite scoppiata tra più persone. Giunti sul posto per sedare gli animi, i militari hanno chiesto i documenti ad uno degli uomini coinvolti. Ma alla richiesta dei documenti, l’immigrato ha reagito con violenza attaccando i militari.

“Tra i litiganti era implicato anche un nigeriano che importunava tutti gli altri”, fanno sapere le fonti.

Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, il clandestino avrebbe ricoperto di calci e sputi i militari, buttando a terra un Carabiniere con l’intenzione di prendergli la pistola dalla fondina. In quel momento, un altro militare si sarebbe buttato nella colluttazione, riuscendo ad ammanettarlo. Ma il nigeriano non si sarebbe dato per vinto e avrebbe continuato, da terra, a sferrare calci senza sosta arrivando a mordere i Carabinieri.

Milano, quattro Carabinieri aggrediti

Alla fine i quattro Carabinieri riescono ad avere la meglio ma finiscono tutti in ospedale a causa dei graffi e delle contusioni riportate. Le prognosi sono di 3 e 4 giorni. O.B. immigrato irregolare di 29 anni, è sbarcato in Italia nel 2016, presentando, come altri connazionali, domanda di asilo prontamente respinta dalla commissione territoriale. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine. Prima di questa aggressione, infatti, il clandestino era già stato in galera per rapina impropria.

“Non aveva paura di essere arrestato”, continuano le fonti, “proprio perché in carcere c’è già stato”. Una volta salito in auto, il 29enne ha continuato ad insultare l’Arma, sputando dentro l’abitacolo. Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, è finito a processo per direttissima.