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Riceve a casa l'esito del tampone del figlio morto un anno prima

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"Mio figlio è morto 18 mesi fa, ma oggi l'Asl mi ha recapitato l'esito del suo tampone per Covid-19": la storia di Lorenzo Vieri in esclusiva su Notizie.it.

Cento, centodieci, centoventi, centotrenta tamponi al giorno. Rispetto al mese di marzo, quando se ne processavano circa 30mila al giorno, oggi la capacità del Servizio sanitario nazionale supera i 100mila esami. E si viaggia su questi numeri da un mese a questa parte. Tutte analisi pagate dallo Stato, naturalmente. Ma così come il numero di morti, di o per Coronavirus, rilasciati dal ministero della Salute e dalla Protezione civile, aveva fatto sorgere dubbi sulla loro veridicità, così anche il numero di tamponi eseguiti dalle varie Asl italiane e dai laboratori pubblici, lascia oggi perplessi, soprattutto perché non viene specificato mai quante di queste persone analizzate e risultate positive, abbiano poi i sintomi gravi della malattia, siano finite in ospedale, o peggio, in terapia intensiva. Nulla di tutto questo viene spiegato dal Ministero, lasciando scivolare tutto nell’equivoco.

La prova di questi sospetti arriva, forte e chiara, da Firenze. A raccontarla a Notizie.it è un padre di 33 anni, Lorenzo Vieri, professione geometra, che 18 mesi fa ha perso il suo bambino di appena un mese, Guglielmo, per arresto cardiaco, come conseguenza di essere nato con una grave malformazione alla testa.

certificato di morte

Ebbene, il 9 ottobre 2020, come certifica il documento che pubblichiamo in esclusiva, il signor Vieri si è visto recapitare a casa una subdola busta dell’Asl Toscana Centro, presidio ospedaliero di Prato, con al suo interno un referto sorprendente: l’esito del tampone rinofaringeo per il virus Sars-Cov-2, a suo figlio Guglielmo, morto 18 mesi fa, con tanto di numero di richiesta e identificativo del paziente. Secondo questo foglio raccapricciante, il bambino, nato il 10 febbraio 2019 all’ospedale di Careggi di Firenze e, dopo interminabili giorni in terapia intensiva, morto il 22 marzo dello stesso anno all’ospedale pediatrico Meyer, avrebbe eseguito il tampone il 29 settembre 2020, alle 14,04. Il richiedente sarebbe un non meglio specificato Istituto medico toscano e l’esito è singolare: “Non rilevato”.

busta asl

Potremmo, dunque, pensare ad un caso di omonimia? Niente affatto, perché nel documento si specifica a chiare lettere il codice fiscale del bambino, l’età (1 anno) e l’esatta data di nascita, prove lampanti che l’Asl sapeva bene a chi indirizzasse quella ambigua busta. Ad un bambino che purtroppo non c’è più e che, secondo loro, ad appena un anno avrebbe eseguito un tampone per il Covid-19. “Io dico solo una cosa – commenta il signor Vieri -, se questo è il modo in cui il Ministero riferisce ogni giorno i numeri sui tamponi eseguiti, siamo messi bene. Che attendibilità possono avere quei numeri se dentro hanno inserito anche quello di mio figlio morto 18 mesi fa? Immagino, inoltre, che lo Stato abbia pagato per quell’esame, per cui mi viene pure da pensare che qualcuno lucri sui tamponi falsi come questo”.

esito tampone bambino morto

Intestatario del referto è il reparto di patologia clinica dell’ospedale di Prato diretto dal dottor Ismaele Fusco. “Ma io non conosco il dottor Fusco e non sono mai andato all’ospedale di Prato. Non capisco come abbiano fatto a redigere un referto tanto sconcertante”. Il padre di Guglielmo, bambino nato con una polimicrogiria, ovvero una malformazione della corteccia cerebrale, non diagnosticata durante le ecografie della gravidanza e nemmeno da una successiva risonanza magnetica al cervello, non si è ancora ripreso dal tremendo dolore per la perdita del suo bambino, che ha portato anche alla fine del suo matrimonio e, adesso, l’Asl infierisce su di lui pure con questo orribile referto medico, che riapre un’enorme ferita mai risarcita, non dando peraltro ulteriori spiegazioni. “Ma, se vogliamo, la cosa ancor più agghiacciante – continua Vieri – è che nel documento si dice che il referto originale è conservato presso il laboratorio di biologia molecolare dell’ospedale di Prato. Sarei curioso di sapere che cosa c’è scritto. Io non ho ancora chiamato l’Asl per chiedere spiegazioni ma ho già contattato il mio avvocato e mi riservo azioni legali nei loro confronti”.

L’avvocato Luca Biagi di Firenze, che ha preso in carico questa storia, ha fortemente censurato il comportamento dell’Asl Toscana formulando, nell’interesse del padre di Guglielmo, un’espressa riserva di azione per i danni morali patiti dal proprio assistito: “Mai visto una cosa del genere. Di un cattivo gusto incredibile. Questo sarebbe il modo in cui ci tratta la nostra sanità che paghiamo profumatamente e il sistema falsato con cui conteggiano il numero di tamponi Covid giornalieri”, ha detto.