Mcleod Ganj, 2 lug. (askanews) – “In accordo con tutte queste richieste dei miei devoti e studenti riguardo alla mia reincarnazione, affermo che l’istituzione del Dalai Lama continuerà”. Con queste parole il Dalai Lama ha annunciato che non sarà l’ultimo. Tenzin Gyatso, 14esima reincarnazione, aveva detto che l’istituzione sarebbe continuata solo su richiesta espressa della popolazione.
Il Dalai Lama ha poi precisato che il successore sarà scelto dalla Gaden Phodrang Foundation, organizzazione da lui fondata. Una questione affidata “esclusivamente” a loro, nessun’altro ha “il potere di interferire in questo processo” ha sottolineato, scatenando l’immediata reazione della Cina secondo cui la reincarnazione dovrebbe essere approvata dal governo di Pechino.
Proprio quello che temono i fedeli tibetani, un successore designato da Pechino che rafforzi il controllo sul Tibet della Cina, le cui truppe stroncarono nel 1959 una rivolta, costringendo all’esilio migliaia di tibetani e il Dalai Lama stesso, che da allora si è sempre battuto per una maggiore autonomia del Tibet, vincendo anche il Nobel per la Pace.