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Delitto di Garlasco, spunta traccia di Dna finora ignorata sul corpo di Chiara Poggi

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Chiara Poggi, nuove evidenze genetiche sul pollice destro: sviluppi sul delitto di Garlasco.

Il delitto di Garlasco continua a stare sotto i riflettori. A distanza di anni dall’omicidio di Chiara Poggi, nuove analisi scientifiche hanno rivelato la presenza di tracce di Dna sul pollice destro della giovane, elementi che potrebbero offrire nuovi spunti alle indagini. L’attenzione degli inquirenti si concentra ora su questi reperti, che potrebbero contribuire a chiarire aspetti ancora oscuri del caso.

Delitto di Garlasco: indagini e consulenze in corso

Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, attende i risultati della consulenza dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, incaricata di chiarire l’arma utilizzata e se fossero presenti più persone nella villetta di via Pascoli la mattina del delitto. Parallelamente prosegue l’incidente probatorio sulle nuove analisi genetiche affidate a Denise Albani, che dovrà depositare le sue conclusioni entro il 10 ottobre. Oltre alle tracce maschili, erano stati individuati anche campioni genetici femminili, difficili da interpretare a causa della scarsità di marcatori disponibili.

Questi reperti, rinvenuti in punti chiave della villetta, potrebbero consentire un confronto con le donne che frequentavano abitualmente la casa dei Poggi prima della tragedia, aprendo ulteriori piste investigative.

Delitto di Garlasco, spunta nuovo Dna sul pollice destro di Chiara Poggi

Sul pollice della mano destra di Chiara Poggi è stata rilevata una nuova traccia di Dna, identificata dai Ris di Parma con la sigla MDX1. Sulla stessa mano, in particolare sul mignolo, erano già state isolate precedentemente tracce biologiche attribuite ad Andrea Sempio, il nuovo indagato.

Le prime analisi dell’11 settembre 2007 avevano evidenziato difficoltà interpretative a causa di anomalie note come “effetto ladder”, che generavano amplificazioni casuali e picchi poco chiari negli elettroferogrammi. All’epoca, la relazione finale considerò la traccia non interpretabile, pur confermando la presenza di materiale genetico maschile. Nel 2014 il professor Francesco De Stefano ha riesaminato lo stesso campione, collegandolo al Dna di “Ignoto 1” precedentemente isolato sul mignolo destro e sul pollice sinistro della vittima.

Le nuove tecniche potrebbero finalmente permettere un’identificazione, come già avvenuto con il profilo attribuito al nuovo indagato.