Distribuzione migranti sarà volontaria. Salvini: non mi fido

Matteo Salvini cerca di convincere che l'accordo UE sui migranti racchiude il 70% di quanto chiesto dall'Italia, ma non nasconde la delusione.

Matteo Salvini cerca di convincere che l’Italia in sede di Consiglio europeo abbia comunque raggiunto un buon accordo.

In realtà, il nostro Paese non ottiene la distribuzione obbligatoria dei migranti tanto che il ministro dell’Interno è costretto ad ammettere: “Non mi fido delle parole, aspetto i fatti”. L’ex premier Paolo Gentiloni puntualizza: “E’ passata la linea di Visegrad“.

L’accordo al ribasso per l’Italia

Sono esattamente le ore 4:41 del mattino quando il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, annuncia che è stata raggiunta l’intesa a ventotto sui migranti, dopo tredici ore di trattative.

Il premier Giuseppe Conte cerca di far credere che l’Italia ha ottenuto una vittoria, ma non può nascondere che se il testo l’avesse scritto lui “qualcosa l’avrebbe sicuramente fatta diversamente”. Nonostante gli annunci del governo, l’Italia infatti non ottiene la distribuzione obbligatoria dei migranti.

Ai Paesi membri dell’Unione europea, infatti, è stato concesso solo di aprire le porte su base volontaria, e solo se si tratta di veri rifugiati.

Non solo. L’Italia accetta l’apertura di nuovi campi d’accoglienza. Infine, confermata quella parte già presente nella bozza del Consiglio europeo circolata pochi giorni fa dove si scriveva, nero su bianco, che “i movimenti secondari dei richiedenti asilo tra Stati membri rischiano di mettere in pericolo l’integrità del Sistema comune europeo d’asilo e quello di Schengen”. Ed infatti l’Italia è costretta ad accettare il ritorno nel nostro Paese di quei migranti registrati sul nostro territorio ma che provano ad entrare in Germania e Austria.

Salvini: aspetto i fatti

Non a caso, Matteo Salvini appare parecchio deluso. Ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital, infatti, il ministro dell’Interno ammette: “Non mi fido delle parole, aspetto i fatti”. “Vediamo che impegni concreti ci sono perché finora è sempre stato ‘viva l’Europa viva l’Europa, ma poi paga l’Italia’” aggiunge. Salvini si rende conto però che non deve trasmettere un messaggio di sconfitta, e quindi poco dopo precisa che comunque a “Bruxelles qualcuno si è accorto di noi, visto che hanno fatto mattina”.

“Mi sembra che si sia portato a casa per il momento il 70 per cento di quello che è stato richiesto” afferma.

La linea di Visegrad

Nonostante a livello europeo cambi poco o nulla, il vicepremier leghista ribadisce la chiusura dei porti italiani alle navi delle Ong. “Non vedranno più l’Italia se non in cartolina”. Non è quindi chiaro dove sbarcheranno nei prossimi mesi queste imbarcazioni, visto che la soluzione del problema è stata rimandata, ancora una volta, alla riforma del regolamento di Dublino.

E nel frattempo, solo questa settimana, sono morte nel Mediterraneo 220 persone, un centinaio in queste ore dopo l’affondamento di un gommone. “Ci bloccano e ci impediscono di svolgere il lavoro che i governi dell’UE non riescono a fare, mentre disumanizzano le persone in stato di bisogno” denuncia Medici Senza Frontiere.

Ma se al Consiglio europeo hanno vinto, su tutta la linea, le posizioni di Visegrad (l’alleanza dei quattro Paesi dell’Europa centrale), difficilmente l’UE riuscirà a mettere mano in breve tempo al regolamento di Dublino.

Evidentemente, Salvini dovrebbe lavorare meglio sull’alleanza stretta con Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Ed infatti l’ex premier Paolo Gentiloni riflette: “Da un anno l’Italia si batteva per ottenere impegni vincolanti e non su base volontaria. Ora invece ci affidiamo alla buona volontà, come chiesto da Visegrad. L’unico obbligo riguarda i movimenti secondari. – concludendo – Speriamo bene”.