Donald Trump alle strette, altri due collaboratori indagati

Un'altra botta giudiziaria per il Presidente degli Stati Uniti che si vede il proprio avvocato e il capo della compagna elettorale accusati di frode.

22 agosto 2018: Il giorno più pesante del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Il capo dello Stato vede due sentenze contro i suoi collaboratori produrre risultati definitivi e indelebili sulla sua carriera. Paul Manafort, l’ex capo della campagna elettorale, viene condannato al primo grado per per frode finanziaria e Michael Cohen, l’avvocato del presidente, ammette di aver infranto la legge durante la campagna finanziaria. Nel frattempo nell’opposizione si inizia a parlare intanto di impeachment.

Donald Trump e il martedì nero

Due inchieste separate hanno una data di scadenza: martedì 21 agosto 2018. In quel giorno, il presidente degli Stati Uniti si trova in una posizione di estrema difficoltà, l’unica via d’uscita è quella di dimostrare la sua estraneità sull’operato dei suoi collaboratori; intanto Michael Cohen dichiara di “aver agito secondo le intenzioni del suo cliente“. L’avvocato avrebbe speso ingenti somme di denaro per depistare il passato di Donald Trump.

Manfort invece, è incriminato per evasione fiscale: avrebbe nascosto milioni di dollari in conti bancari esteri. L’ex capo della campagna elettorale è stato dichiarato colpevole dalla giuria popolare, i reati rischiano di creare problemi a Donald Trump.

Da quando il presidente è entrato alla Casa Bianca, sono cinque i membri che si sono dichiarati colpevoli di reati: il numero più alto di tutte le amministrazioni passate.

L’opposizione Dem parla di impeachment e, se il Presidente non riuscirà a dimostrare la sua innocenza, potrebbe veramente secondo la costituzione americana un presupposto di accusa per impeachment.