Il gioco d'azzardo in Italia si sta regolarizzando, come andrà a finire?

Il Decreto Dignità ha colpito duramente il mondo dei giochi

Il gioco d’azzardo in Italia si sta regolarizzando, come andrà a finire?

Il cosiddetto Decreto Dignità messo in atto già nell’estate del 2018 per volontà del Governo Lega M5S ha colpito il mondo dei giochi in modo duro. Più che una manovra le mosse del governo si sono rivelate essere una vera e propria lotta all’ultimo sangue che ha penalizzato pesantemente le aziende del gambling. A prova di questo c’è il fatto che non si sono attuate disposizioni solo per limitare la ludopatia, ma si sono alzate le tasse sui giochi.

Assieme ai divieti assoluti di pubblicizzare il gioco d’azzardo e ai progetti formativi sulla ludopatia, ci sono stati infatti anche una serie di aumenti fiscali per gli operatori. Questo non è stato di certo a vantaggio dei dipendenti dal gioco d’azzardo, ma è andato a pesare sulle aziende del gambling che sono a conti fatti imprese, con costi da sostenere e molti dipendenti anche Italiani.

Sulle spalle di queste aziende si è introdotta quindi una tassa del 25% del reddito lordo, con un aumento del 5% quindi, sulle attività di casinò online e bingo e un +22-24% sulle scommesse online. Le nuove aliquote fiscali sono piombate sui bilanci degli operatori dei giochi come un fulmine a cielo aperto. La motivazione è stata appunto dichiaratamente, oltre a quella di ridurre la ludopatia, quella di arginare il deficit del Paese. Ma davvero gravare su imprese che investono in Italia è la mossa giusta per sistemare i conti dell’Italia?

Quali sono state le conseguenze sui casinò?

Gli effetti sulle aziende dell’azzardo sono stati pressoché immediati e non sono stati positivi. Basta guardare i numeri delle vendite delle nuove licenze per capirlo. Il Governo ha messo in vendita 120 nuove licenze per il gioco e ne sono state assegnate solamente 70 (pochissime rispetto al passato). Già i parametri per ottenere le licenze sono restrittivi e creavano difficoltà, le nuove norme e il divieto di promozione non hanno fatto che complicare le cose. Gli operatori di gioco online come conseguenza hanno limitato gli investimenti nel Belpaese, con esiti non positivi di fatto per lo stesso.

Ciononostante molte aziende di casinò hanno addirittura introdotto o ampliato la possibilità per gli utenti di giocare gratuitamente, a segnale forse del fatto che l’obiettivo delle stesse non è di certo quello di diffondere la dipendenza da gioco. Il numero dei casino italiani che offrono bonus senza deposito è abbastanza alto infatti. In pratica si ha la possibilità di giocare senza spendere, per allenarsi o per divertirsi solamente.

Effetti sulla ludopatia: quanto funzionano le misure prese?

Di fronte a misure così penalizzanti per le aziende, che hanno anche molti dipendenti Italiani, in un momento in cui il lavoro manca viene da chiedersi se poi si abbiano avuto questi effetti positivi o meno sulla ludopatia in Italia. Prima della manovra del Governo del Cambiamento il 4% di Italiani avevano pare problemi di dipendenza da gioco, dopo la manovra di fatto i numeri rimangono però i medesimi. Forse perché è troppo presto per fare una valutazione? Potrebbe anche essere, quindi non c’è che stare a vedere. In ogni caso secondo le statistiche chi comincia a giocare di fatto non lo fa mosso dalle pubblicità, ma da altri giocatori.

A tutte le maniere sicuramente le disposizioni per informare e formare la gente sulla ludopatia sono sicuramente state qualcosa di buono, specialmente per le giovani generazioni. I Piani di attività contro il gioco patologico (GAP) finanziati dal Governo nelle varie Regioni sono stati accolti positivamente un po’ in tutta Italia.