Sudafrica, violentata e uccisa per aver aiutato un amico

Per cercare di soccorrere l'amico, una 21enne è stata violentata e uccisa da una gang. La giovane ha tentato fino all'ultimo di rimanere in vita.

Si arricchisce di un nuovo terribile particolare l’omicidio di Hannah Cornelius, la 21enne sudafricana violentata e uccisa nella periferia di Città del Capo nel maggio 2017.

A processo sono finiti quattro ragazzi e nel corso dell’ultima udienza uno degli imputati, che finora si era proclamato innocente, ha ammesso tutte le sue responsabilità raccontando che la ragazza ha tentato fino all’ultimo di salvarsi la vita.

Svolta nell’omicidio di Hannah

Hannah Cornelius è stata rapita perché era intervenuta in aiuto di un suo amico preso di mira da una gang. La giovane è stata poi ritrovata morta, con il cranio fracassato da un grosso masso.

Per il delitto sono finiti alla sbarra Vernon Witbooi, 33 anni, Nashville Julius, 29 anni, Eben van Niekerk, 28 anni e Geraldo Parsons, 27 anni. La svolta processuale la si deve proprio a Geraldo il quale, dopo essersi dichiarato innocente, confessa di aver fatto parte della gang che ha ucciso Hannah.

Il 27enne conferma che la 21enne ha cercato di soccorrere l’amico, che è stato picchiato brutalmente e lasciato privo di sensi sul ciglio di una strada.

Hannah invece è stata trascinata dai componenti della banda in auto e portata in un edificio situato nel sobborgo di Stellenbosch. Lì la ragazza è stata costretta a subire uno stupro di gruppo e quando ha intuito che la banda voleva ucciderla ha assicurato che non li avrebbe denunciati, come racconta Geraldo. “Ci ha offerto del sesso in cambio della sua libertà”, ammette.

Il 27enne confessa di aver partecipato alla violenza sessuale ma precisa di essersi opposto all’omicidio.

“Hanno però iniziato a farsi prendere dal panico. Eben si è avvicinato e l’ha pugnalata. – ricorda quindi Geraldo in aula – Ho detto a Vernon ‘non ucciderla, lasciamola andare’. Ma Vernon ha gettato la pietra sulla testa di Hannah”. A quel punto, la 21enne è stata caricata nel bagagliaio dell’auto e abbandonata in una periferia di Città del Capo.