Muore per un cancro intestinale: "Riempiva tazze di sangue"

Riempiva "tazze di sangue" ogni volta che andava in bagno ma per 10 mesi i medici le dicevano che andava tutto bene. Gemma è morta prima di Natale.

“Stava andando dal medico di famiglia per il dolore, mi diceva che riempiva tazze di sangue.

Continuavano a dirle che non aveva nulla di sbagliato. Ma se il cancro fosse stato scoperto per tempo, forse si sarebbe potuta operare prima”, racconta ancora sconvolta Becky, che ha assistito impotente alla morte della sorella 37enne Gemma, avvenuta il 20 dicembre 2018. “Niente può prepararti per un evento del genere, è stato un tale shock” prosegue la donna.

Tumore diagnosticato tardi

Gemma Greenwood incominciò ad accusare i primi malori nella primavera del 2015.

Nonostante fosse stata visitata da diversi medici e in diversi centri ambulatori, per 10 mesi nessuno aveva individuato la terribile malattia che l’aveva colpita, un cancro all’intestino. I dottori infatti la rassicuravano nonostante lei stessa raccontava di riempire “tazze di sangue” ogni volta che andava in bagno.

Infine, è arrivata la diagnosi ma ormai era troppo tardi. Il tumore si era esteso e per questo motivo Gemma ha cominciato ad assumere il Bevacizumab (in commercio sotto il nome di Avastin), un farmaco della Roche usato per il trattamento di varie forme tumorali, tra cui quelli del colon-retto.

Il medicinale però non è passato dal Servizio sanitario nazionale inglese e così la 37enne è stata costretta a spendere 2mila ero al mese nella speranza di veder ridotto il suo tumore. Per affrontare questi costi, la famiglia aveva aperto anche una raccolta fondi.

Il cancro però era troppo aggressivo e il 12 dicembre 2018 i medici hanno comunicato a Gemma che ormai anche l’assunzione del farmaco era inutile. “Peggiorava ogni giorno.

Ventiquattro ore prima di morire, ha detto ‘Non credo che sarò qui domani‘” racconta la sorella. Gemma però è riuscita a coronare comunque il suo sogno d’amore, sposando appena due giorni prima del decesso il compagno Ben Greenwood, nella stanza d’ospedale del Pendleside Hospice di Burnley, nel Lancashire, dove era ricoverata. “Siamo così orgogliosi di come ha combattuto con coraggio la sua malattia, fino alla fine, ora è in pace” conclude Becky in un post su Facebook.