Thailandia, Ketamina ai ragazzi intrappolati nella grotta allagata

Le rivelazioni dei medici giungono a circa un anno dall'operazione che ha tratto in salvo tutti i ragazzini rimasti bloccati nella caverna.

Era il 23 giugno del 2018 quando un gruppo di 12 ragazzini rimase bloccato in una caverna della Thailandia.

18 giorni sospesi tra la vita e la morte, ma infine tratti in salvo da un’imponente operazione di recupero che ha visto coinvolti reparti specializzati di tutto il mondo. Una corsa contro il tempo, dettata dall’imminente arrivo dei monsoni, che avrebbero allagato la grotta carsica nella quale i giovani erano rimasti bloccati in compagnia solo del loro allenatore 25enne.

L’imponente operazione di soccorso

L’operazione di salvataggio ha richiesto il passaggio dei soccorritori attraverso un fiume sotterraneo, in condizioni proibitive.

Passaggio che – una volta ritrovati – avrebbe dovuto essere percorso a ritroso anche dai giovani rimasti bloccati nelle ormai allagate profondità del terreno. Oltre un chilometro da percorrere, la maggior parte del quale immersi in acque tumultuose e fangose. Una vera sfida per il fisico e i nervi dei ragazzini già seriamente provati dai molti giorni passati al freddo e con scarsi rifornimenti. L’operazione si concluse con il salvataggio di tutti i ragazzini dispersi, e del loro allenatore.

Unico decesso, quello di un ex Navy Seal thailandese impegnato nelle operazioni di salvataggio, ma rimasto senza ossigeno e soffocato.

Le nuove rivelazioni dei medici soccorritori

A circa un anno dalla vicenda, il New England Jurnal of Medicine rivela però un dettaglio particolare, finora taciuto, sulle modalità con il quale si è deciso di far affrontare il difficile percorso ai membri della squadra. Secondo quanto sostenuto, i medici coinvolti nelle operazioni avrebbero drogato i ragazzi con della Ketamina, per evitare che durante il trasferimento potessero insorgere in loro attacchi di panico, che se giunti al momento sbagliato avrebbero potuto risultare fatali.

La Ketamina è un farmaco generalmente utilizzato in veterinaria come anestetico per i cavalli, ma utilizzabile anche sull’uomo. Ovviamente solo su prescrizione, e in particolari situazioni.

“Una decisione necessaria”

Una decisione secondo i medici Chanrit Lawthaweesawat, Richard Harris, Wutichai Isara e Krit Pongpirulsi assolutamente necessaria, dato il basso livello di ossigeno nella grotta e le forti correnti che avrebbero dovuto affrontare. Nel testo del documento da loro sottoscritto, affermano che “Il piano di intervento prevedeva l’uso di un’anestesia a base di Ketamina e una maschera d’ossigeno a pressione positiva”.

I medici avrebbero deciso quindi deciso di ricorrere al potente anestetico perchè, come confermato anche dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, si tratta di un farmaco il cui utilizzo – rispetto ad altri anestetici – è stato giudicato più sicuro “In quanto non diminuisce la respirazione e non abbassa la pressione sanguigna”.