Le immagini del drone che sorvola i luoghi del disastro di Chernobyl

Il disastro della centrale nucleare di Chernobyl avvenne il 26 aprile del 1986, costringendo 336mila persone ad evacuare le proprie abitazioni.

A 33 anni dal disastro atomico di Chernobyl, il Wall Street Journal ha pubblicato delle incredibili immagini riprese da un drone in sorvolo sulla città ucraina di Pripyat.

Nelle sequenze è possibile osservare la totale assenza di ogni tipo di attività umana che contraddistingue l’area a ridosso dell’ex centrale nucleare. Il tempo attorno agli edifici e agli oggetti quotidiani abbandonati dagli abitanti è come se si fosse fermato agli attimi immediatamente successivi l’incidente.

Il disastro di Chernobyl

Il disastro atomico della centrale nucleare di Chernobyl avvenne all’1 e 23 del 26 aprile 1986. Secondo i resoconti, l’esplosione che determinò lo scoperchiamento del reattore numero 4 venne causata da alcune manovre di sicurezza gestite in modo errato per via dell’inesperienza degli operatori. Il materiale radioattivo, liberatosi in seguito all’esplosione e al successivo incendio, di disperse nelle aree circostanti la centrale.

Nei giorni seguenti, le polveri radioattive raggiunsero grazie al vento gran parte dell’Europa continentale e settentrionale.

Secondo il New York Times, si stima che l’incidente abbia ucciso in maniera diretta tra le 31 e le 56 persone. Tuttavia ancora oggi sono numerose le vittime indirette delle contaminazioni radioattive che hanno coinvolto la zona. Un rapporto del Chernobyl Forum ha rilevato oltre 4mila casi di tumore alla tiroide tra i residenti dell’area coinvolta che avevano tra gli 0 e i 18 anni al momento del disastro.

Il parco divertimenti

Tra le strutture abbandonate mostrate nel video, si può vedere anche l’ex parco di divertimenti che avrebbe dovuto essere inaugurato per la festa del 1° maggio, solo quattro giorni dopo il disastro. Proprio il parco di divertimenti è diventato uno dei simboli del disastro di Chernobyl. Immediatamente dopo l’esplosione infatti i cittadini di Pripyat furono concentrati li dalle autorità in attesa che venissero evacuati. Una scelta dimostratasi in seguito poco lungimirante, dato che la zona del parco fu una di quelle più colpite dalle radiazioni atomiche.

Al giorno d’oggi, numerosi turisti decidono di visitare le rovine della città di Pripyat. Nonostante dopo trent’anni i livelli di contaminazione siano teoricamente scesi sotto il livello di allerta, non c’è ancora nessuna certezza però sull’effettiva sicurezza dei luoghi. A causa dell’assenza di attività umana inoltre, i luoghi del disastro sono stati in breve tempo ripopolati dalla fauna selvatica, rivelatasi inaspettatamente resistente alle radiazioni.